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Marche: il campo largo naufraga, la Lega resta in ombra

di Silvia Castellani
1 Ottobre 2025
In Politica
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Marche: il campo largo naufraga, la Lega resta in ombra
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Marche: il campo largo naufraga, la Lega resta in ombra

Nelle elezioni regionali delle Marche il centrodestra ha centrato il bis con una vittoria netta.

Il governatore uscente Francesco Acquaroli, sostenuto da FdI, Lega e Forza Italia, è stato riconfermato e ha vinto nettamente rispetto al candidato del “campo largo”, Matteo Ricci

Questo risultato è stato tutt’altro che scontato. Le Marche erano considerate una delle regioni più contendibili in questa tornata, e il “campo largo” aveva puntato molto sul regionismo, sul riformismo e su un’immagine unitaria per agganciare elettori moderati.

Il risultato invece è stato quello di una distanza evidente, segno che l’aggregazione di forze non è bastata a smuovere l’elettorato

Dalla parte del centrodestra, il dato più significativo è che Fratelli d’Italia si conferma il partito-guida. È il primo partito nella regione, con una percentuale oltre il 28%, nettamente al di sopra dei partiti alleati.

Le Marche hanno evidenziato un punto molto critico per il progetto del “campo largo”. Pur con notevole sforzo aggregativo – in regione l’“Alleanza del Cambiamento” contava decine di sigle – non è riuscita a ottenere né slancio né coesione sufficiente per mettere in discussione il dominio del centrodestra.

Al contrario

E’ apparsa una coalizione debole nelle sue fondamenta, troppo eterogenea, priva di un messaggio coeso capace di coinvolgere l’elettorato moderato.

Questo è il ritratto che molti osservatori hanno tracciato le prime ore dopo la pubblicazione dei dati delle urne, risultato sintetizzato dalle parole pronunciate dall’onorevole Antonio Baldelli di Fratelli d’Italia “ha perso il campo largo delle poltrone”.

La vittoria delle Marche non è solo la vittoria del centrodestra, ma è anche un testamento della biforcazione politica attuale

Per vincere si deve costruire un blocco solido con un programma univoco e valido, non una sommatoria di sigle che parlano poco o niente tra loro, con il solo intento, non dichiarato, di creare poltrone.
In casa centro-destra, uno dei dati più sorprendenti e indicativi del voto marchigiano è il ridimensionamento della

Lega rispetto a Forza Italia

Anche qui la Lega ha puntato sull’“effetto Vannacci”. Tuttavia è venuta a mancare la spinta elettorale che avrebbe dovuto consolidare il carroccio come forza chiave nel centrodestra.

In regione, la Lega ha registra percentuali modeste ben lontane rispetto ai numeri solidi del passato.

Il dato comparativo è significativo. Forza Italia, pur non brillando, è riuscita a collocarsi davanti alla Lega in questa tornata, diventando il secondo partito della coalizione.

Anche nei sondaggi nazionali, emerge frequentemente questo sorpasso di FI sulla Lega all’interno del blocco del centrodestra

Un dato che deve far riflettere i vertici guidati da Salvini. In contesti come quello marchigiano, questa dinamica assume valore strategico. la Lega, che avrebbe sperato di essere co‑protagonista del successo del centrodestra, si trova invece relegata a posizione subalterna.

Il voto delle Marche comunque conferma la centralità di Fratelli d’Italia nel blocco di governo.

In casa centrosinistra incece, le forze del campo largo hanno dimostrato di avere visioni molto diverse su temi cruciali, quali ambiente, lavoro, giustizia sociale, economia, guerra e politica estera

Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, ha posizioni spesso divergenti rispetto al PD o ai partiti della sinistra tradizionale. E questo comporta che molti elettori non vedono nel campo largo un’alternativa credibile e coerente rispetto al centro-destra.

Non aiutano inoltre le esperienze di governo passate , come il Conte II o i governi di coalizione con il M5S, che hanno lasciato scetticismo tra gli elettori. Vi è quindi una “sentore elettorale” di mancanza di credibilità politica del campo largo.

Le Marche sono una regione storicamente di sinistra, ma che dal 2020 sono governate dal centro-destra con Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia.

Questa svolta è stata anche un segnale dei problemi del campo largo a livello locale

Come in molte altri parti di Italia, la sinistra marchigiana ha perso contatto con alcune fasce sociali, soprattutto nei territori interni e nelle aree colpite da crisi industriali o dal sisma del 2016.

Il campo largo nelle Marche non si è concretizzato in modo stabile. Le alleanze sono state spesso improvvisate o limitate a contesti comunali. È mancata una figura forte e condivisa per la leadership regionale, che ha ulteriormente indebolito la credibilità dell’alternativa al centro-destra.
Inoltre nelle Marche vi è una frammentazione tra liste civiche locali che non dialogano con i partiti nazionali o addirittura si pongono in competizione, indebolendo il fronte progressista.

Esiste un forte municipalismo, che rende difficile la costruzione di un progetto regionale condiviso

Il campo largo, nelle Marche, appare spesso come una coalizione di necessità, piuttosto che come una visione politica condivisa.Manca una narrazione forte su sviluppo sostenibile, transizione ecologica, sanità, ricostruzione post-sisma, lavoro e servizi.
Senza questi elementi, il campo largo rischia di rimanere un’illusione tattica, utile solo per tentare di contrastare il centro-destra, ma incapace di governare in modo efficace e innovativo.

Questo rischio di un flop non è solo stato presente nelle Marche ma anche in tante altre Regioni italiane

Fra dieci giorni si voterà anche in Toscana. Vedremo se i risultati del granducato confermeranno il trend marchigiano.

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Tags: AcquaroliCampo LargoMARCHEPRIMO PIANORicci
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