GIANI A CINQUE STELLE
Dopo il reddito di cittadinanza regionale, il riconoscimento Toscano della Palestina adesso Giani vuole ricreare la Gendarmeria Regionale.
Se questa proposta fosse stata fatta dalla lega ai tempi di Bossi la sinistra avrebbe gridato allo scandalo e alla secessione.
Ma i tempi cambiano e anche i Conti
La proposta avanzata da Eugenio Giani di istituire una polizia regionale in Toscana appare inutile oltre a svelare la naturale impreparazione sui temi della sicurezzada parte di certi politici.
Infatti il problema non è un la mancanza di corpi di polizia, che già oggi ne esistano troppi, anche di corpi deputati alla sicurezza: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizie locali.
A questi si aggiungono altri corpi specializzati in materie specifiche. L’idea di aggiungere una nuova forza regionale rischia di trasformarsi in un inutile doppione, con costi elevati a carico dei cittadini e con benefici marginali sul piano della sicurezza.
Non va dimenticato che la stessa sinistra, di cui Giani è espressione, ha sempre sostenuto che la pubblica sicurezza sia competenza esclusiva dello Stato e del Ministero dell’Interno
Perché dunque invocare un nuovo corpo se non per creare un apparato amministrativo regionale con funzioni più sanzionatorie che preventive? Il timore, più che fondato, è che questa cosiddetta polizia regionale diventi uno strumento per moltiplicare controlli, multe, regolamenti e balzelli a carico di imprese e cittadini, senza incidere in alcun modo sul contrasto ai reati.
Il nodo centrale rimane la gestione dell’immigrazione irregolare e qui la risposta non può essere una nuova burocrazia, ma strumenti concreti di controllo e rimpatrio
I Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) sono nati proprio per questo: trattenere chi non ha titolo a restare sul territorio, in attesa di essere rimpatriato. Altrimenti queste persone finiscono per godere di una sorta di immunità di fatto, permanendo senza documenti e spesso coinvolgendosi in attività illecite.
Negli ultimi mesi anche la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 96 del 3 luglio, ha richiamato il legislatore alla necessità di regole più chiare sul trattenimento nei CPR, sottolineando che la legge fissa i casi in cui è possibile limitare la libertà personale, ma non disciplina in modo sufficiente le modalità
È la conferma che i CPR servono e che vanno migliorati, non cancellati o sostituiti con soluzioni estemporanee.
Se davvero l’obiettivo è garantire la sicurezza dei cittadini, la strada non passa attraverso l’ennesima polizia amministrativa regionale. Occorre invece rafforzare le forze dell’ordine già esistenti, migliorare il coordinamento tra prefetture e tribunali, aumentare, potenziare e migliorare i CPR affinché diventino strumenti efficienti e trasparenti di rimpatrio, e assicurare che le leggi siano applicate con rigore e ke pene possano essere applicate con certezza senza margini di impunità
Va ricordato che già in passato, in un clima di sostanziale bipartitismo, si era parlato della necessità di ridurre e razionalizzare i corpi di polizia, con l’obiettivo di semplificare e rendere più efficiente il sistema.
L’unico risultato concreto di quelle riforme, finora, è stato l’accorpamento del Corpo Forestale all’Arma dei Carabinieri
Parlare oggi di creare una nuova polizia regionale va quindi in direzione esattamente opposta rispetto alle promesse di razionalizzazione fatte da governi di ogni colore. È per questo che la proposta di Giani non può che essere definita per quello che è: una boutade inutile.
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