La sinistra inclusiva degli uomini
Correva l’anno 1977, e nelle sale di un’Italia dove le donne conquistavano tutele sul lavoro e per la maternità, il toscanissimo Sergio Forconi, nella memorabile sequenza della pellicola di Giuseppe Bertolucci, “Berlinguer ti voglio bene”, poneva alla platea la fatidica domanda “Pole la donna permettisi di pareggiare con l’omo?”.
No
A quasi cinquant’anni di distanza, quella cultura che portava il geniale Bertolucci a dire NO, è ancora ben presente e radicata anche nella Toscana progressista del 2025.
Riavvolgiamo il nastro
Dovete sapere che pochi giorni fa, in Toscana, a Firenze, dove il Partito Democratico paladino della parità di genere e della grammatica femminista ormai sdoganata anche nei saluti, è dato al 36% nei sondaggi, quello stesso PD, in piena campagna elettorale per le elezioni amministrative si fa “scappare” un’iniziativa pubblica, dove se si parla di cambiamento, solo tra maschi.
La donna, evidentemente, ancora oggi non “pole”, a Firenze, “pareggiare” con gli eruditi maschietti che il Partito Democratico ha invitato a consesso il prossimo 2 Ottobre 2025 dello storico circolo SMS di Rifredi, dove le mura raccontano di battaglie di diritti e civiltà, a ragionare su ”La Toscana nel cambiamento d’epoca
Un nuovo modello di sviluppo”.
Proprio così: i tanti Relatori che andranno a ragionare il 2 Ottobre di nuovo modello di sviluppo toscano, tutte personalità di alto livello, figuratevi, anche l’ex Ministro Orlando, coordinati dall’ennesimo maschietto, sono tutti, rigorosamente, uomini.

Mi sono persa qualcosa, mi son detta quando ho visto il panel, perché questo è inaccettabile.
Così è partito il tam tam social, al quale sono felice di avere dato il mio personale contributo, e tra bocche cucite e qualche mal di pancia e chat bollenti, gli organizzatori PD hanno provato a mettere una pezza alla vergogna: beh, il volantino uscito incompleto, “mancano conferme di economiste e sociologhe”; i giornali riportano la notizia che le efficaci Donne Dem avrebbero scritto alla Elly, perché, evidentemente, a prescindere dalla maniacale attenzione al linguaggio di genere, anche il PD ha un problema con la parità, sostanziale, tra uomini e donne.
Forse è stata davvero una svista, ma a pensar male si fa peccato, come si dice, ma a volte ci si azzecca, visto che di panel tutti al maschile ce ne sono stati, eccome (vi rammentate l’8 Marzo 2024 con il convegno in Palazzo Vecchio? Anche in quel caso, sono felice di avere dato il mio personale contributo)
E allora, da donna che vive in un mondo di uomini, soprattutto in politica, e che – forse ingenuamente – confida ancora che quel cambiamento culturale che doveva portarci dagli anni 70 a pareggiare con l’omo, possa ancora avvenire: che sia un problema della sinistra?

Qualcuno si è illuso di chiudere la questione parità relegando le donne alle quote rosa, e neanche è bastato a garantire una rappresentanza numericamente decorosa delle donne nelle Assemblee politiche ed elettive, perché la reale parità è lungi dall’essere digerita dai maschietti, anche quelli che a sinistra salutano con il buongiorno a tutte e a tutti.
Che sia la volta buona, oggi, con una Leader donna a Palazzo Chigi, la prima Presidente del Consiglio donna della storia d’Italia, provare a cambiare prospettiva?
Che sia la volta buona che le donne, di ogni colore e schieramento, decidano di non chiedere elemosine e diventare motrici del cambiamento?
Credo che a questo punto sarà indispensabile provarci, tutte.
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