Pippo Baudo, il gigante che ci ha insegnato a sognare
Addio a un volto che era diventato di famiglia per tutti noi.
Stamattina, a Seoul, mi sono svegliata con una notizia che pesa come un macigno, Pippo Baudo non c’è più.
Sui social lo chiamano “un gigante della televisione”
E lo era davvero. Ma Pippo era molto di più, era Pippo per tutti, un amico di famiglia delle nostre domeniche, il sorriso nelle serate di Sanremo, la voce che ci ha fatto crescere e sognare.
Io ho attraversato i miei cinquant’anni insieme a lui, e mi rendo conto che con Pippo se ne va una parte della mia vita.
Mi ha insegnato, senza saperlo, lo stile e l’eleganza, quella capacità tutta italiana di unire leggerezza e rigore, ironia e profondità
Ho sempre pensato che, se non fosse stato un presentatore, sarebbe stato un avvocato perfetto: laureato in giurisprudenza, argomentava, mediava, difendeva le sue idee senza mai cadere nella volgarità.
Con il sorriso, con l’intelligenza, con la parola giusta al momento giusto
E poi c’era la sua ironia, come dimenticare la mitica esilarante scena con Benigni al Festival?
O il salvataggio improvvisato sul palco di Sanremo, quando tutti trattenevano il respiro per quell’uomo sporto dalla balaustra, solo lui sapeva come tenere in piedi lo spettacolo, sempre
Pippo era così, una certezza, la persona che “sapeva come fare”.
Quanti di noi hanno sognato almeno una volta la sua frase “L’ho inventata io”, era una sorta di certificazione DOC. Forse un po’ autocelebrativa, riletta oggi, ma in realtà colma di orgoglio e di amore verso i giovani che lanciava. Non era solo uno slogan, era la verità di un uomo che ha avuto il coraggio e l’intuito di scoprire e credere nei talenti, prima che il mondo se ne accorgesse.
Credevo che i giganti come lui non dovessero morire mai. E forse non morirà davvero, perché resterà nella memoria di ognuno di noi, nei suoi sorrisi, nelle sue pause, nella compostezza elegante, nella determinazione a essere sempre il migliore.
Resterà nella sua risata discreta e nella sua capacità rara di farci sentire tutti parte di una grande famiglia, la sua famiglia televisiva, quella di mamma RAI.
Grazie, Pipp
. Perché ci hai fatto crescere senza saperlo, ci hai regalato bellezza, ci hai insegnato che la televisione può essere anche arte, cultura, intelligenza.
Oggi non perdiamo solo un grande conduttore, perdiamo un parente, un amico, un pezzo della nostra storia
Ma io voglio immaginarti così, in Paradiso, con il microfono in mano, accanto al tuo Sanremo (cit. Gian Luca Totani), a presentare un Festival che non finirà mai.
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