AFFOGAR M’È SALSO IN QUESTO MARE
Primum vivere deinde philosophari. Il detto ha un chiaro significato.
‘Prima pensa a vivere, a procurarti il necessario a garantirti mangiare bere dormire.
Poi pensa alle cose intellettuali, alle chiacchiere, ai sacri principî.’
Si va ripetendo da tempo, che per conseguire il ‘ primum vivere ‘ è essenziale per il paese valorizzare l’economia reale, produzione, lavoro, commercio
Il governo in carica sembrava avere tutte ( o quasi ) le carte in regola per riuscire nell’intento.
Sarebbe stato sufficiente che avesse realizzato in politica economica una parte non grande di quanto era stato promesso.
Sin dai suoi esordi da capopartito molti non avevano creduto all’intenzione di Giorgia Meloni di far valere le enunciazioni programmatiche
I pessimisti reputavano che l’opposizione al governo Draghi fosse una messinscena per poi lasciare il testimone del governo tecnico a un fronte politico apparentemente ostile, in realtà continuista.
A quanto pare i pessimisti hanno visto giusto.Molti ormai hanno coniato per l’esecutivo in carica l’appellativo DRAGHI 2.
Gli ottimisti criptodisillusi oggi ricorrono al refrain difensivo che comunque ‘ gli altri sarebbero peggio’
Sotto il profilo delle politiche economiche sono tutte le forze maggiori sono collocate sulla stessa piattaforma programmatica interna e europea e omologhe nell’applicazione della cosidetta ‘agenda Draghi’. Oggi come oggi sarebbe problematico definire i contorni de ‘ gli altri ‘.
La leader ha aderito a questo filone , sostenuto da un personale politico assuefatto e dipendente da un funzionariato dedito soprattutto all’autoconservazione
I pessimisti datano la partecipazione al club, dalla nascita del governo Draghi o giù di lì .
I sodali, alcuni pensano alla Claudio Baglioni, ‘ Strada facendo’. Altri si rifugiano sull’inevitabiltà degli atti fedifraghi.
Fatto si è che il benzinaio che oggi riscuote il pieno dalla premier non troverà più una cliente indignata ma un esattore implacabile
E non vedremo più concioni popolari sulle accise sulle tasse e gli oneri di sistema e sull’IVA da pagarsi su questi tributi .
I pensionati sono ancora in attesa di aumenti e detassazioni, così come gli orfani della flat tax. I bonus la cui eliminazione era la prima promessa si moltiplicano.
Come d’uso vengono sfornate le giustificazioni di sempre sulla penuria di risorse. Parabola cara ai teorici dei ‘conti in ordine’, formali quanto irreali
Contrariamente alla vulgata in Italia le risorse reali sono più che bastevoli.
In questi giorni c’è in atto una campagna intensa e fuorviante che raffigura spiagge deserte, ombrelloni chiusi, prove di una semirovinosa stagione balneare.
La causa sarebbe il rincaro smodato dei costi di posti ombra e il richiamo al lusso sfrenato in certi lidi.
Il secondo motivo si smentisce da sé poiché la crisi va da Coccia di Morto a Forte dei Marmi, da Nettuno a Gallipoli e come un’epidemia non indulge a selezionare le sue vittime
La prima delle cause invece incarna l’uso di un’arma di distrazione di massa.
La notizia dell’estate sarebbe un’altra.
Un noto politologo prende atto del sondaggio di un accreditato istituto di ricerca e scrive ‘ Nel nostro Paese è in corso un DECLINO SOCIALE rilevante.Il più pesante degli ultimi 10 anni. Oggi l’Italia non è più un “Paese di ceti medi”, come appariva fino a pochi anni fa. ”
La maggioranza degli italiani si autocolloca nelle fasce medio basse della scala sociale e con freccia per il futuro direzionata all’ingiù
Al contrario poco tempo fa l’autocollocazione era nei ceti medi e con freccia verso l’alto.
C’è la convinzione che il primo obbiettivo non è più l’ottimizzazione dei target, ma allontanare la paura di una nuova povertà incombente.
Da qui l’aumento del cosiddetto ‘risparmio conservativo ‘, il pessimismo crescente, la convinzione che il domani non riservi nulla di buono.
Dibattito più utile sarebbe stato discorrere di questo stato di difficoltà economica e psicoeconomica di un paese sempre più triste scorbutico e per certi versi rassegnato e violento
Più che della ‘cacio e pepe’ violentata dagli americani o del caro-ombrellone al quale si vorrebbero attribuire tutte le responsabilità di un mare deserto perché salato.
Non il caro -ombrellone tiene gli italiani a casa , ma le politiche economiche sposate dal sistema dei partiti. E da un esecutivo attento più a durare che a ben governare che predilige politiche adesive alla lettura gregaria della sua mission.
E nonostante gli annunci roboanti garante di uno scivolamento inesorabile sul piano inclinato desiderato dai manovratori. Senza rivoluzioni e scosse particolari
La Meloni ci farà affogare nel mare salato e deserto. Ma dolcemente e cantando l’inno nazionale.
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