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Regionali Toscana: il centrodestra incalza tra crisi del campo largo e logoramento del “modello Giani”

di Alessandro Scipioni
1 Agosto 2025
In Politica
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Regionali Toscana: il centrodestra incalza tra crisi del campo largo e logoramento del “modello Giani”
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Regionali Toscana: il centrodestra incalza tra crisi del campo largo e logoramento del “modello Giani”

Solo pochi mesi fa, i sondaggi assegnavano al centrosinistra un vantaggio netto in vista delle elezioni regionali toscane.

Oggi, lo scenario appare profondamente mutato: il centrodestra sta recuperando consenso e credibilità, e lo fa grazie a una combinazione di fattori che stanno progressivamente erodendo le certezze della coalizione avversaria

Il primo elemento da considerare è il contesto nazionale.

Il governo guidato da Giorgia Meloni, pur operando in una fase estremamente complessa sia sul piano interno che su quello internazionale, continua a ricevere importanti apprezzamenti, anche da ambienti che storicamente erano ostili alla destra

Una leadership salda, capace di assumersi responsabilità difficili, si riflette positivamente anche a livello locale, rafforzando l’appeal della coalizione anche in territori tradizionalmente ostici come la Toscana.

Un altro punto di forza del centrodestra toscano è la candidatura di Alessandro Tomasi. Il sindaco di Pistoia rappresenta un esempio di amministratore capace, equilibrato, e in grado di intercettare un consenso trasversale, che va oltre gli steccati ideologici. Il suo profilo civico e la sua esperienza consolidata offrono una proposta concreta e credibile agli elettori, in contrapposizione con un centrosinistra logorato da contraddizioni interne e da un bilancio di governo sempre più contestato

A pesare sul centrosinistra è innanzitutto la costruzione, faticosa e incoerente, di un cosiddetto “campo largo” che dovrebbe tenere insieme il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle.

Un’alleanza che rischia di diventare un boomerang

Per accordarsi con Conte, il PD toscano dovrebbe rinnegare buona parte della propria azione politica degli ultimi decenni. Il caso dell’aeroporto di Peretola è emblematico: dopo anni di rivendicazioni sul potenziamento dello scalo fiorentino, come può il PD sostenere oggi la linea dei 5 Stelle, che all’aeroporto si oppongono frontalmente?

Come può un partito di governo spiegare agli imprenditori dell’area centrale della Toscana che ora quell’opera non serve più, senza ammettere il fallimento delle sue stesse politiche?

Accanto alla confusione infrastrutturale si aggiunge il disastro gestionale in ambito sanitario. La sanità toscana, da sempre presentata come fiore all’occhiello del “modello PD”, si sta rivelando un pesante fardello. Il sistema regionale, oggi, è in affanno. Le liste d’attesa, la carenza di personale e l’assenza di una pianificazione credibile stanno producendo un diffuso malcontento.

L’investimento politico sul “modello toscano” si è rivelato azzardato, e ora il conto da pagare in termini di consenso potrebbe essere salato

E infine, la figura di Eugenio Giani. Quella che doveva essere una riconferma quasi automatica sta assumendo i contorni di una parabola discendente. Giani è oggi un presidente messo in discussione apertamente anche dentro il suo stesso partito.

Non si contano più gli appelli, i sondaggi commissionati a raffica, le richieste di sostegno rivolte alla segretaria nazionale del PD, Elly Schlein, che però continua a prendere tempo, come a voler prendere le distanze

L’immagine del governatore ne risente pesantemente: da figura accentratrice e “consensuale” è diventato l’uomo più divisivo del centrosinistra toscano.

Il danno di immagine appare ormai irreversibile

La sua autorevolezza è incrinata, la sua figura logorata da una gestione personalistica e da una progressiva perdita di sintonia con i cittadini e con il suo stesso partito.

In questo scenario, il centrodestra ha davanti a sé un’occasione storica.

Ma non sarà sufficiente la debolezza dell’avversario: servirà una proposta forte, coesa e proiettata sul futuro. Con una candidatura autorevole come quella di Alessandro Tomasi e con una strategia chiara sui nodi più sentiti dai toscani, l’alternanza non è più un miraggio.

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Tags: Alessandro TomasiCENTRODESTRAEUGENIO GIANIPRIMO PIANOREGIONE TOSCANA
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