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Home Politica

Dalla civiltà contadina alla distopia: il suicidio assistito diventa spot elettorale del PD in Toscana

di Francesco Petrone
31 Luglio 2025
In Politica
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Democraticamente
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Dalla civiltà contadina alla distopia: il suicidio assistito diventa spot elettorale del PD in Toscana

Il PD della Regione Toscana ha concepito uno spot pubblicitario di pessimo gusto che viene diffuso nel web. Nello spot si fingono interviste, ma in realtà si vogliono glorificare le conquiste sociali della Toscana a guida PD che ora “regala” anche il suicidio assistito gratuito.

Gli intervistati si dicono entusiasti come un tempo gli italiani lo sarebbero stati per il nuovo piano casa, per una politica occupazionale o per una legge a favore della maternità e dell’infanzia. Un anziano, come fosse la voce della saggezza, nello spot lo sentiamo dire: “È giusto il provvedimento dell’accompagnamento alla morte perché uno ridotto così (come?), cosa ci sta a fare al mondo?”

L’accompagnamento al fine vita viene presentato come un altro primato toscano, come quando il Granduca fu il primo in Italia ad abolire la pena di morte. Ma noi desideriamo mettere le mani avanti, facendo immediatamente dei distinguo fra accanimento terapeutico e suicidio assistito.

Nel primo caso, è del tutto inutile perseverare a trattenere una persona sofferente nel dolore, una volta constatato che la medicina è impotente. In quel caso esiste — ed è praticato — un accompagnamento il più indolore possibile, con la sedazione del soggetto. È giusto così, ed è umano

Altro discorso è l’accompagnamento al fine vita quando lo decide il soggetto, che si rifiuta di vivere perché affetto da una oggettiva malattia incurabile, che impedisce molte attività fisiche o il vivere pienamente. Che si tratti di una malattia fisica o psichica, come accadde all’onorevole Magri, il suicidio può essere lecito solo come decisione solitaria e individuale.

A questo proposito, voglio ricordare un episodio significativo riguardante il celebre astrofisico e matematico britannico Stephen Hawking, famoso per gli studi sui buchi neri, la cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo. Affetto da una grave forma di SLA, la diagnosi arrivò a soli 21 anni. Nonostante la progressiva perdita delle capacità motorie e del linguaggio, Hawking, grazie a un’apparecchiatura speciale, riuscì a comunicare, continuò i suoi studi, si sposò ed ebbe tre figli. A 53 anni, divorziato dalla prima moglie, ebbe una seconda vita sentimentale con la sua infermiera, e rispose ironicamente a chi la accusava di aver abusato di un disabile: “Sono stato felice di essere stato abusato”

Più tardi, terrà una delle sue più belle conferenze, parlando dell’universo e della fisica quantistica, poco prima di morire a quasi 76 anni.

Questo per dire che il termine “malattia inguaribile” non significa automaticamente “fine vita”.

E voglio anche ricordare che la Regione Toscana non detiene certo il primato dell’accompagnamento alla morte. Si narra che nella Sardegna più arretrata esistesse la figura dell’Agabbadora — donna che svolgeva un ruolo opposto a quello della levatrice. Come quest’ultima aiutava ogni uomo a venire al mondo, l’Agabbadora accompagnava l’uomo fuori dal mondo.

Una figura a metà tra mito e realtà: sarebbe stata retribuita dai familiari per mettere fine alle sofferenze del congiunto, forse con un martelletto detto mazzolu o, secondo altri, con un più prosaico cuscino

Una figura che agiva probabilmente in silenzio, all’ombra degli interdetti religiosi, morali e legali.

Oggi, la Toscana sembra voler percorrere questa arcaica strada della “civiltà contadina”, rivestita di modernità e diritti.

Ma se questa pratica dovesse diventare legge di Stato e consuetudine diffusa, in un futuro distopico potrebbe verificarsi un pericoloso scivolamento: l’induzione al suicidio, esercitata da un intero sistema legalizzato — medici, psicologi, assistenti sociali — su soggetti psicologicamente fragili o suggestionabili

Se già sappiamo che l’induzione al suicidio esiste, e si verifica persino tra giovani sani, dobbiamo riconoscere che la psiche umana è vulnerabile e che, una volta crollato il tabù, tutto diventa possibile nella sfera del plausibile.

Si tratta della cosiddetta “finestra di Overton”, attraverso cui l’impensabile diventa accettabile, quindi legale

E quando questo avviene non siamo più davanti a un diritto, ma a un potenziale abuso travestito da civiltà.

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Tags: EUGENIO GIANIIN EVIDENZAPDREGIONE TOSCANASINISTRA
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