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Home Economia

Gli effetti economici dei dazi Trump

di Silvia Castellani
9 Luglio 2025
In Economia
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trump
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Gli effetti economici dei dazi Trump

A partire dall’1 agosto 2025, Trump ha annunciato l’introduzione dei dazi del 25 % su beni importati dal Giappone e dalla Corea del Sud, e nuove tariffe su 12 altri paesi, tra cui Myanmar, Cambogia e Thailandia, con aliquote fino al 40% .

Parallelamente, sono stati proposti dazi del 10% verso i paesi BRICS ritenuti “anti-americani”

Queste misure secondo i piani di Trump serviranno a sostenere la produzione interna USA e finanziare i recenti pacchetti di taglio alle tasse.
Ma l’impatto dei dazi sull’economia americana e sull’economia globale saranno rilevanti.

Secondo le analisi di JPMorgan, le imprese di media dimensione americana sostenerebbero costi aggiuntivi per circa 82,3 miliardi di dollari, con conseguenze sui consumatori, sui margini aziendali, sull’occupazione statunitense e sull’inflazione.

Il tutto porterà come conseguenza il rallentamento della crescita a stelle e strisce

Il Penn Wharton Budget Model prevede una riduzione del PIL USA di circa il 6% a lungo termine, con salari che caleranno mediamente del 5% e una stima di aumento medio di 22.000 dollari nel corso della vita di una famiglia middle-class.

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, più conosciuto come OCSE, ha rivisto al ribasso le stime di crescita USA al 2,2% per il 2025 post introduzione dazi

Dal lato finanziario, le borse reagiscono con nervosismo. Si attendono ad agosto ricadute negative di indici come l’S&P 500 e Nasdaq. L’evento si è già palesato a marzo scorso, dove tutti i mercati azionari sono rovinosamente scesi, ripresi solo dopo annunci di rinvio dell’introduzione dei dazi.

Le ripercussioni ci saranno però anche a casa nostra

Con un eventuale dazio del 10 % su tutta l’UE, l’Italia potrebbe perdere fino a 20 miliardi di euro di export e, secondo Confindustria ben 118 000 posti di lavoro in tutta la penisola.

Studi PwC e ING stimano poi che l’UE perderebbe circa lo 0,3 % del PIL. E’ stato calcolato che gli impatti maggiori sarebbero nei settori meccanici, agroalimentare e di pellame.

A tutela delle aziende UE, a Bruxelles si stanno preparando contromisure

A sostegno delle attività produttive si pensa ad una iniezione di liquidità di almeno 26 miliardi di euro.

Il problema però riguarda anche la spinta inflazionistica con un rincaro medio annuo dai 2 ai 4 miliardi di euro sulla spesa delle famiglie

Economicamente quindi i dazi porteranno conseguenze importanti a livello mondiali. Non meno rilevanti saranno le conseguenze politiche.
Il Canada ha gia’ da tempo lanciato un boicottaggio verso i beni USA, mentre in Europa cresce il malcontento politico verso la strategie protezionistiche di Trump.

Anche in territorio nord-americano però si hanno motivi di protesta verso le politiche doganali della Casa Bianca

I dazi accentuano la polarizzazione tra elettori democratici e repubblicani. Se da un lato i repubblicani vedono i dazi come un sostegno all’industria locale, la classe operaia soffre di inflazione e stagnazione salariale.

In parallelo, sfide legali ben argomentate stanno minando l’autorità esecutiva di Trump. La Corte del commercio internazionale ha stabilito il 28 maggio 2025 che i dazi impostati tramite l’IEEPA (Legge Federale ptomulgata nel 1977 che conferisce al Presidente maggiore deleghe se vi sono minacce esterne agli Stati Uniti) sono illegittimi. A marzo Trump, tramite la norma IEEPA ha infatti provveduto ad ampliare i propri poteri riguardo argomenti di commercio.

Ma la Corte del Commercio Internazionale li ha bloccati

E’ evidente che i dazi Trump, seppur presentati come strumenti di protezione nazionale, generano una molteplicità di effetti economici e politici. Indeboliscono la crescita globale, pesano sui consumatori e imprese, rafforzano tensioni diplomatiche e aumentano l’incertezza nei mercati.

A livello politico inoltre rischiano di accentuare fratture interne e scatenare contraccolpi legali sul piano costituzionale

Nessuno quindi ha da guadagnare con l’introduzione dei dazi, nemmeno l’America del Presidente Trump.

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Tags: daziDONALD TRUMPEXPORTIN EVIDENZASTATI UNITI
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