Da partiti delle masse a Campo largo delle Minoranze
FIRENZE – La sinistra italiana sembra aver smarrito se stessa. Delle radici popolari e dell’identità politica che affondavano nel PCI e nel PDS rimane poco più di un ricordo.
Il Partito Democratico, nato per essere il contenitore di una sintesi tra culture diverse, ha finito per svuotarsi di contenuti, perdendo contatto con le classi popolari e con una società che non si riconosce più in un linguaggio autoreferenziale e in battaglie spesso simboliche.
Un tempo la sinistra era forza organizzata, capace di mobilitare milioni di persone, con una cultura della militanza concreta
Una macchina della propaganda invidiabile, le feste dell’Unità non erano solo eventi gastronomici, ma dimostrazione di forza, di capacità di organizzazione popolare, di identità collettiva
I circoli erano luoghi di confronto, non semplici spazi vuoti in cerca di fondi o visibilità.
Un esempio emblematico della sinistra “di governo”, in senso pieno, è stato Graziano Cioni, ex assessore fiorentino soprannominato “lo sceriffo”.
Il suo approccio non lasciava spazio a equivoci: sicurezza urbana, decoro, ordine pubblico erano affrontati con strumenti concreti. Fu lui a istituire un nucleo speciale della polizia municipale per contrastare il degrado, a vietare bivacchi e comportamenti incivili nel centro storico, a multare anche i comportamenti più apparentemente “innocui” se in contrasto con la convivenza civile.
Azioni che gli valsero il sostegno di molti cittadini, anche in ambienti non tradizionalmente di sinistra
Non si trattava di populismo securitario, ma di un’idea di sinistra che coniugava diritti e doveri, che parlava alla gente comune e non temeva il confronto con la realtà, un’ identità ormai smarrita per sempre che Rampini il noto giornalista ha sottolineato in un intervento televisivo, un’ identità che è passata dallo “sceriffo”, al “giustificare l’ operato dello spacciatore e a volerlo tutelare ancora più se di colore e africano” dice Rampini , scordandosi delle vittime che spesso sono coloro che appartengono a quelle stesse classi operaie che tutt’ora vivono e lavorano negli stessi luoghi.
Oggi tutto questo sembra archiviato. La linea dell’amministrazione Nardella prima e quella della candidata prima e Sindaco poi Funaro, segnano uno scarto netto. Alla domanda sulla crescente insicurezza a Firenze – città che da anni figura tra le prime in Italia per reati denunciati – l’ ex sindaco non molti anni fa rispose : “è un problema di percezione”. È da allora sui social la “percezione” è il simbolo dell’ approccio della sinistra o campo largo ai temi della sicurezza
Alle ultime elezioni Funaro come soluzione per le Cascine uno dei luoghi simbolo del degrado urbano, propose un trenino turistico e una ruota panoramica. Provvedimenti che, nella migliore delle ipotesi, appaiono come diversivi estetici e che danno solo il metro dell’ approccio ai temi della sicurezza da parte della sinistra.
Il “campo largo”, nato come alleanza tattica per fermare l’avanzata del centrodestra, oggi si rivela sempre più un contenitore senza direzione
I partiti che lo compongono rincorrono minoranze rumorose e identità di nicchia, senza una visione generale in grado di tenere insieme le tensioni sociali, economiche e culturali del Paese.
Il tentativo di Maurizio Landini di riportare al centro il tema del lavoro appare un tentativo tardivo sul piano dell’intento, ormai anacronistico e fuori tempo. La classe operaia, a cui si riferisce, è stata in gran parte sostituita da lavoratori autonomi, partite IVA, precari digitali: categorie spesso trascurate o addirittura osteggiate dalla sinistra, quando propone solo più tasse e vincoli, senza servizi adeguati in cambio.
Intanto, nella parte più a sinistra Avs ha sposato le nuove parole d’ordine che sembrano concentrate su battaglie climatiche e identitarie, scollegate da un tessuto sociale ormai impoverito
L’ambientalismo punitivo, fatto di ZTL, divieti e rincari, diventa una politica calata dall’alto più che una scelta condivisa. La sinistra che un tempo si faceva popolo ora si presenta come élite morale.
Sul piano internazionale, la confusione è ancora più evidente: si condanna l’Occidente e si chiudono gli occhi davanti ai regimi illiberali, purché siano in funzione antiamericana. Una sinistra che in nome dell’antimperialismo tollera chi nega diritti fondamentali è una sinistra che ha perso la bussola.
Il campo largo oggi è questo: un’alleanza fragile, che rincorre consenso a colpi di slogan e iniziative inefficaci, mentre nel Paese cresce un sentimento di frustrazione e abbandono
Se la sinistra non tornerà a essere forza popolare, organizzata e concreta – come fu anche nella sua declinazione fiorentina con figure come Cioni – è destinata a restare ciò che è un’aggregazione elettorale senza popolo il cui unico scopo è la perpetuazione della propria esistenza.
Se è pur vero che centro destra può continuare a dormire sonni tranquilli con il campo largo è anche vero che un’ opposizione costruttiva, non nichilista e autoreferenziale porterebbe solo giovamento al paese e al centro destra stesso.
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