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L’AUTUNNO DELLO SCONTENTO NEI PARTITI TOSCANI

di Francesco Pellati
7 Dicembre 2025
In Politica
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L’AUTUNNO DELLO SCONTENTO NEI PARTITI TOSCANI
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L’AUTUNNO DELLO SCONTENTO NEI PARTITI TOSCANI

È l’autunno dello scontento dei partiti toscani.

Lo osservo dal laboratorio critico del Patto per il Nord Toscana, il nuovo movimento che ripropone a chi ne ha interesse i fondamenti federalisti e territoriali della ex Lega Nord Toscana aggiornandoli come di dovere

A cominciare dall’ammalato più grave: la Lega che da una settimana non è più “per Salvini premier”: alla fine ha prevalso il buon gusto e il Capitano ha ridimensionato le aspettative sue e dei suoi. 0ggi si tratta di sopravvivenza altro che di premierato.

È il via libera a Meloni 2027, con buona pace della signorina Schlein designata dai suoi a Montepulciano, ma non dagli “altri” né dal Conte, specialista nelle rapine politiche dei progetti altrui

Ma premier o non premier il mare interno della Lega è in tempesta.
In Toscana, le anime dure della “miracolata” Ceccardi (così definita dal pretoriano Simoni) e del “cancro da estirpare” Simoni (così definito dalla “miracolata” stessa) sono in guerra politica calda: la “miracolata” difende l’ultima trincea, il “cancro” cerca spazio personale e di “corrente”: quella che fa capo al Generale, olimpicamente defilato (come spesso capita).

La cronaca informa che Baroncini, l’ultimo esile segretario regionale della Lega Toscana ex Salvini premier, è stato commissariato.

Arriva in Toscana l’ennesimo commissario: l’onorevole, vice segretario federale, Andrea Crippa, ex capo dei Giovani Padani, amico di Salvini, pragmatico e astuto, di grande buon gusto essendo il fidanzato della bellissima Anna Falchi

Troverà pane per i suoi denti: un partito in crisi epocale, vicino alla “ecpirosi”, la deflagrazione che pone fine a tutto e da cui tutto ricomincia, come dicevano gli stoici.

Nel frattempo i residui leghisti vanno avanti da cani sciolti, a Firenze Simoni mette a segno un colpo assegnando l’unico “posto” disponibile nella burocrazia partitica regionale all’amico Villa.

A Viareggio una parte vagheggia rapporti incestuosi con Del Ghingaro, in affannosa ricerca di compagnia, che però è preso a cannonate dagli “altri” leghisti.
Invece a Lucca città c’è momentanea pace: le recenti “ricollocazioni” sembrano soddisfare i leghisti locali, ma provocano qualche mal di pancia alla onorevole del territorio. Forse nella pax lucchese c’è di mezzo quel grande mediatore del sindaco

i combattimenti sono in corso nel resto della Toscana con alterni esiti e con l’inserimento di altri “pezzi da novanta” che hanno peso nei singoli territori: di Massa, Pisa, Arezzo.

Oppure c’è il deserto gelido e mortale come a Siena o a Prato: il compito di Crippa si prospetta complicato.
Ma il PD sta solo un pò meglio: la guerra fra Schlein e i “moderati” è rovente.
Il prossimo 9 dicembre assisteremo a scontri veri, con il segretario regionale Fossi, uno dei guardiani di Schlein in Toscana, messo in discussione: vedremo chi vincerà.

E’ vissuta male dai compagni l’imposizione della giovane livornese Diop a vice presidente regionale: anche qui si parla di “miracolata”, si mormora di motivi diversi dalla politica, attinenti a sfere affettive che unirebbero le due ragazze, che sarebbero fatti loro, ma sarebbero estranee a meriti politici, disponibilità di competenze e di “esperienze” (pubbliche non private)

Il vittimismo e lo sdegno non c’entrano niente: essere governati da una bianca o da una nera, ebrea o palestinese, etero, bi o omo sessuale è del tutto indifferente se chi governa ha la competenza e l’esperienza per ben governare.

Il partitone ha due anime ideologiche (il marxismo/leninismo edulcorato, col primato del Politbjurò, il pauperismo cattolico rianimato da Papa Francesco, col primato della Chiesa) ma una sola anima egemonica e un solo modo per tenere tutti sotto il tetto di casa: il potere.
Finché l’acqua corre per l’orto c’è frutta e verdura per tutti, (fancazzisti, “artisti”, “operatori” dei centri sociali, “cooperatori” di ogni ordine e specie: la enorme fauna meta politica che gravita nella sinistra di potere); quando l’acqua (il potere governativo) scarseggia i raccolti si impoveriscono, la distribuzione di diventa selettiva, gli esclusi ci restano male.

Anche il partitone rischia l’ecpirosi: pezzi a sinistra estrema dove lo stanno collocando Schlein e i vari Fossi sparsi per l’Italia: se la vedranno con Bibì e Bobò (AVS); pezzi al “centro che guarda a sinistra” nel rinnovato calderone della DC, di sinistra da Moro in poi: se la vedranno con Forza Italia e Calenda

Rogne da grattare anche in AVS: l’assessorato a Lenzi soddisfa solo Bobò (Fratoianni), mentre gli amici di Bibì (Bonelli) si lamentano: “quando c’è da lavorare si è ecologisti (Bibì), quando c’è da occupare un “posto” si diventa comunisti (Bobò).

Il M5S, miracolato dalla alleanza col partitone, fatica ad assorbire le diatribe sulla alleanza col PD: 1.538 iscritti dissero “sì” al sostegno a Giani, ma 1.030 dissero no. e le turbolenze, anche a livello nazionale, non si sonio placate

Non indugio alle “piccole” liti di FdI e FI, per ora paghi dei buoni risultati ottenuti e in relativa tranquillità: quando l’acqua corre per l’orto……

Alle inquietudini interne dei partiti corrisponde il rigetto della gente: più della metà va al mare anziché andare a votare.

Ma questo desta modeste preoccupazioni a destra a sinistra e al centro

Per dire: un pugno di tessere PD fasulle date agli albanesi per vincere il congressino ha interessato molto di più i compagni pisani.

Come la conquista della ridotta leghista di Grosseto da parte della “miracolata”: nell’un caso e nell’altro nella generale indifferenza della gente, cioè di chi va votare, finché ci andrà.

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Tags: CENTRODESTRAGOVERNO MELONILEGAPARLAMENTOPRIMO PIANO
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