I cosiddetti “centristi” sono politici navigati che si sono sempre posizionati borderline, tra la coalizione di centrodestra e quella di sinistra.
Un po’ di qua’ un po’ di la’ a secondo di come ci si sveglia la mattina.
In soldoni, democristiani della peggiore specie
Per garantirsi un seggio hanno la necessità di unirsi in una sorta di listone che deve soddisfare gli appetiti dei capibastone, con i voti, pochi, che cercheranno di raccogliere in un elettorato che si sta sempre più polarizzando.
Le percentuali di consenso di un ipotetico centro tra Matteo Renzi, Carlo Calenda e i cosiddetti cespugli e cespuglietti, adesso si aggiunge anche tale Luigi Marattin, è limitata e non garantisce a tutti, con l’attuale legge elettorale, il ritorno in Parlamento.
L’unica possibilità per i cosiddetti leader dei Partitini dello zero virgola, vedi Marattin, o del 2%, vedi Renzi e Calenda, e’ quella di riuscire a modificare la legge elettorale in senso proporzionale con una bassa soglia di sbarramento
Ma oggi, solo i Partiti che si apparenteranno a una delle coalizioni potranno ottenere qualche posto in un collegio sicuro.
E se non lo fanno, e abolendo la parte proporzionale, Renzi, Calenda, Marattin, e chi più ne ha più ne metta, dovrebbero cercarsi un altro lavoro.
Maurizio Lupi e Pierferdi Casini sono stati più furbi andandosene con il centrodestra e con il PD
Insomma, il progetto “centrista” in mente a Carlo Calenda, Matteo Renzi, Luigi Marattin, e via di questo passo e, oggettivamente, velleitario
Direi inutile.
A meno che, nella maggioranza, in primis in Fratelli d’Italia, non ritornino nostalgie di tipo proporzionale secco.
Come cosi sembra dall’indomani delle elezioni regionali.
In questo caso tutti insieme appassionatamente per superare lo sbarramento e poi, una volta entrati in quel l’aula “sorda e grigia”, ognuno per conto suo.
E ognuno destinato alll’irrilevanza.
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