Cosa è accaduto veramente alla Svezia?
Il Paese scandinavo aveva una lunga tradizione, ormai radicata, di totale neutralità.
Anche nella Grande guerra non volle allinearsi né al campo dell’intesa né quello degli imperi centrali
Durante la seconda guerra mondiale, il Paese scandinavo, scelse la difficile strada della neutralità, posizione analoga a quelle della Svizzera e della Spagna, mantenendo un arduo equilibrio diplomatico.
Nel periodo della guerra fredda, nonostante avesse l’Unione Sovietica di Stalin non troppo distante dai propri confini, optò per una ostinata neutralità forse anche per salvaguardare il proprio modello sociale denominato folkhemmet che viene inteso come perfezione sociale
È un modello concepito e realizzato dal Partito Socialdemocratico dei lavoratori di Svezia nel periodo che va dal 1932 al 1976. In realtà il progetto era stato concepito nel 1928 quando il socialismo svedese decise di abbandonare la lotta di classe.
Questa posizione venne denominata anche “via di mezzo”, un compromesso tra capitalismo e comunismo, tra libero mercato e industria di Stato, sviluppata in special modo nei settori strategici, un modello concepito anche in altri Stati scandinavi e nell’ Italia d’anteguerra per le stesse ragioni e conservato anche nella prima repubblica, nonché nell’ Argentina giustizialista di Juan Domingo Peron.
In questi ultimi due casi, il modello era stato denominato terza posizione e terza via. Un modello che i Paesi del socialismo arabo, nell’ Egitto di Nasser e nel partito Baath siro-iracheno, si limitarono a denominare socialista, assumendo una posizione di non allineamento.
Anche la Repubblica Popolare Cinese, dopo la riforma di Deng Xiaoping, ha introdotto il modello di economia mista
Molti osservatori ormai avevano identificato la Svezia come una nuova Svizzera del nord, un’isola del benessere che difendeva gelosamente la propria sovranità e indipendenza con una decisa neutralità.
La neutralità svedese aveva una tradizione secolare ed era nata agli inizi dell’Ottocento in seguito ad una sconfitta con la Russia che fu causa della perdita della Finlandia, ratificata con il trattato di Frederikshamn che seguì la guerra di Finlandia
Quello fu un insuccesso che mise fine definitivamente al periodo imperialista della monarchia svedese. La Svezia del XVII secolo aveva raggiunto il ruolo di grande potenza europea e controllava oltre alla Finlandia, gran parte della Pomerania, la Livonia, la Carelia Orientale e quasi tutto il mar Baltico.
Era il regno di Cristina di Svezia, una regina molto colta e intelligente, amica del filosofo francese Cartesio il quale fu invitato alla corte a Stoccolma
Il filosofo portò alla regina, in omaggio, una copia inedita di un prezioso manoscritto intitolato “Il mondo”, opera che non aveva ancora pubblicato per un eccesso di prudenza. Infatti, il processo a Galileo Galilei aveva avuto su Cartesio l’effetto di un ammonimento.
Nella sua opera “il Mondo” il filosofo aveva descritto la propria concezione della fisica ma aveva scelto di non pubblicarla
Il fato volle che il filosofo dovesse morire proprio in Svezia l’anno successivo e fu grazie alla copia che era stata donata alla regina Cristina se noi oggi conosciamo il contenuto dell’opera.
Il declino della potenza svedese iniziò inesorabilmente il secolo successivo
In seguito per due secoli la Svezia rinuncia definitivamente alle aspirazioni imperialiste ed alle avventure militari anche perché ormai in Europa si sono affacciate nuove grandi potenze demograficamente molto superiori che ridimensionano le ambizioni passate della corona svedese.
Il Paese, similmente alla Svizzera, sceglie la strada della assoluta neutralità per salvaguardare la propria sovranità a cui tiene moltissimo come tiene al proprio benessere
Durante il governo di Olof Palme, la neutralità svedese assume un aspetto più radicale perché il premier pensa ad una nuova formula di neutralità inedita che nominerà “Neutralità attiva”.
La Svezia, cercherà di promuovere una politica generalizzata di disarmo in Europa arrivando alla proposta della denuclearizzazione di tutta l’Europa settentrionale
Il governo svedese si impegna in quel periodo a facilitare una distensione tra i due blocchi contrapposti.
La neutralità attiva era diventata la nuova politica estera svedese, una missione che la Svezia si era data per promuovere maggiormente il non allineamento, i diritti umani, la distensione e il disarmo
L’idea di Palme era la difesa della rigida neutralità. Però, inaspettatamente e drammaticamente, le cose presero un’altra piega.
Nel 1986, mentre da tempo in Polonia ferve l’attività del sindacato di Solidarnosc, organizzazione che dispone di cospicui fondi provenienti dall’estero e ad appena tre anni prima della caduta del muro di Berlino, Olof Palme viene assassinato per strada e con lui ha termine la politica del neutralismo attivo
Ci sarà un sospettato che sarà condannato, per poi essere assoluto per mancanza di prove e che morirà poco dopo suicida.
Una morte che ricorda quella di Lee Harvey Oswald, l’assassino di Kennedy
Questa morte improvvisa permetterà alla magistratura di archiviare e chiudere il caso che rimarrà senza un colpevole. La politica economica svedese dell’economia mista era già intaccata. Infatti forze economiche neoliberiste avevano già iniziato un processo di erosione al sistema svedese con privatizzazioni, un lento processo che si concluse nel 1990.
La Svezia entrerà il 1 gennaio 1995 nell’UE, tardivamente fra i Paesi occidentali e lo farà insieme ad altri Stati neutrali come l’Austria e la Finlandia sua vicina di casa
L’adesione alla UE è stata la pietra tombale definitiva sulla politica economica della “via di mezzo”. Infatti nella Svezia si era appena conclusa una massiccia privatizzazione di gran parte dell’industria di Stato, un fenomeno del tutto analogo a quello avvenuto in Italia dopo l’operazione “Mani pulite” e della sosta a Civitavecchia del Britannia. La classe politica italiana in quel frangente era stata azzerata, mentre quello che era stato il Presidente del Consiglio, Bettino Craxi, era costretto all’esilio ad Hammamet in Tunisia.
Quando la Svezia entrò nell’ UE, il continente aveva cambiato volto come fosse passato uno tsunami
Era caduto ovunque il comunismo nei Paesi dell’ est, si erano auto sciolti i vari partiti comunisti europei, si era sfaldata la stessa Unione Sovietica, si era riunificata la Germania e divisa la Cecoslovacchia, in Italia, come abbiamo osservato, era stata neutralizzata la classe politica al completo, ma, soprattutto, non esisteva l’altro grande Stato europeo non allineato, perché la Jugoslavia si era misteriosamente disintegrata preda di convulsioni intestine, lotte causate da separatismi anacronistici su cui in molti soffiarono sul fuoco.
Entrando nella UE la Svezia aveva già messo il primo piede nella NATO. Infatti il rapporto tra Unione Europea e NATO esiste e si basa su un rapporto di collaborazione strategica e complementare. Esiste oggi una collaborazione in vari campi formalizzati da accordi come quello denominato “Berlin Plus’ che fanno accedere l’UE alle capacità di pianificazione e comando della NATO.
Infatti, dopo pochi anni, vediamo la Svezia fare domanda ed entrare nella NATO, rinunciando definitivamente oltre che al suo modello sociale di economia mista, anche al sogno di Olof Palme della neutralità attiva e della piena sovranità
Per entrare nella NATO, Stoccolma ha dovuto accettare ulteriori umiliazioni come quella imposta dalla Turchia, membro dell’alleanza, di rinunciare anche alla sua politica di accoglienza dei perseguitati politici.
Infatti per imposizione di Ankara, la Svezia non potrà più accogliere i profughi curdi come aveva sempre fatto ma li dovrà consegnare alla repressione turca
Molti hanno superficialmente spiegato l’adesione della Svezia nella NATO col timore di essere invasa dopo lo scontro tra Russia e Ucraina a causa del fatto che Kiev, venendo meno ai patti, pretendeva di entrare in un’alleanza militare ostile a Mosca e denunciare la neutralità.
Il timore della Svezia appare pretestuoso perché la neutralità della Svezia non era stata intaccata né dalla paura di Hitler né dal timore di Stalin, e tantomeno dalla guerra fredda e la Svezia non di era sentita minacciata dalle invasioni da parte della Russia dell’Ungheria e della Cecoslovacchia o dall’edificazione del muro di Berlino
Che la Svezia in modo ridicolo dica di sentirsi in pericolo addirittura dopo che Mosca ha sciolto spontaneamente l’alleanza militare del Patto di Varsavia, che ha rinunciato al comunismo e dopo la disintegrazione dell’impero degli Zar che aveva preso il nome di Unione Sovietica non è proprio credibile e sembra più una fiaba per bambini.
Il fatto reale è che anche la Svezia, non sappiamo in seguito a quali pressioni, ha rinunciato al proprio modello sociale, alla propria neutralità e alla propria sovranità.
Non solo ma il fatto ancor più inquietante è che da neutralista e pacifista che era, perennemente in cerca di dialogo e distensione, la Svezia di oggi, insieme alla Finlandia, ai Paesi baltici e alla Polonia, sembra diventata la punta di diamante del bellicismo e dell’aggressività nei confronti della Russia
Anche la Jugoslavia da capofila del non allineamento, è diventata la roccaforte della Nato.
O tramite basi americane o con basi Nato, oppure con militari in veste di collaborazione con forze di pace, ma le forze NATO sono presenti nella ex Jugoslavia, in Croazia, Slovenia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Kosovo, Macedonia
Questo è avvenuto perché la NATO invece di sciogliersi come ha fatto il Patto di Varsavia, come aveva creduto Gorbaciov, non solo non di è auto sciolta ma ha addirittura raddoppiato il numero degli Stati membri dopo aver promesso di non avanzare di un pollice, ha addirittura preteso di inglobare anche l’Ucraina dove abitano milioni di russi, per poi mirare anche alla Georgia e alla Moldavia dove esiste una importante enclave russa, la Transnistria.
Chiaramente era prevista anche una reazione militare russa e forse qualcuno cercava proprio questa reazione
La NATO che finge di temere un’invasione russa ha degli armamenti maggiori non solo di Russia e Cina insieme ma anche di gran parte dei Paesi del mondo sommati
Tecnicamente possiamo affermare che se la pace sembrava assicurata con l’equilibrio dello due blocchi contrapposti, col venire meno del Patto di Varsavia, il piatto della bilancia è paurosamente sbilanciato e dello squilibrio hanno voluto approfittare ambienti avidi di materie prime e nostalgici del caos del tempo degli oligarchi che gestivano il potere al tempo di Eltsin, un periodo di vuoto politico simile a quello presente in Europa oggi
Ora la Svezia cerca addirittura di creare le condizioni di un’escalation militare fornendo Kiev caccia supersonici Gripen che sono caccia multiruolo tanto importanti da essere considerati il pilastro della difesa.
Sembra proprio che interessi finanziari abbiano preso il sopravvento sulla politica europea, la stessa cosa che era avvenuta anche nella Russia di Eltsin che sembrava amministrata unicamente dagli oligarchi che avevano la funzione di economisti, industriali e politici ad un tempo
Poi con Putin l’autorità dello Stato ha ripreso le redini della Russia e solo per questa ragione, attualmente è tanto odiato dalla finanza e dal mainstream occidentali.
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