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LA TORINO ANTISEMITA, SFILA ANCHE AL PRIDE

di Claudio Desiro
8 Giugno 2025
In Attualità
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LA TORINO ANTISEMITA, SFILA ANCHE AL PRIDE
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LA TORINO ANTISEMITA, SFILA ANCHE AL PRIDE

Non stupisce che a Torino, una città in preda ad un’ondata antisemita flatulente senza precedenti, il carrozzone colorato del Gay Pride si apra con una grande bandiera palestinese.

D’altronde, il cieco ideologismo che sta offuscando troppe menti, non permette loro di ragionare sul fatto che, proprio a Gaza, la comunità LGBT sia perseguitata, arrestata e torturata, e che i suoi appartenenti siano impiccati su piazza pubblica ed i loro cadaveri vengano esposti al pubblico ludibrio come monito contro l’omosessualità, per mostrare a tutti quale trattamento è riservato a gay, lesbiche e varie definizioni tanto in voga oggi in occidente. In occidente, appunto, dove al caldo del divano si sostengono regimi sanguinari che perseguitano ed uccidono anche i propri simili

Non stupisce che questo accada a Torino, dove è sempre maggiore la connivenza ed il sostegno istituzionale alle frange sempre più numerose di antisemiti, che si nascondono dietro la definizione di antisionisti. Sostegno politico, sostegno del mondo universitario, sostegno della psuedo intellighenzia della Ztl, impegnata a specchiarsi nella pozzanghera fognaria del proprio ego, rincorrendo il pensiero più “a la plage”, in realtà conformista e conformato e totalmente privo, nel merito, di un reale pensiero.

Una città, Torino, che ha visto negli ultimi mesi, nelle ultime settimane, attacchi indiscriminati verso chiunque sostenga il diritto di Israele ad esistere, a difendersi. Una città nella cui Università è scattata la caccia alll’ebreo, israeliano o meno che sia

Non importa. Nel silenzio rumoroso del Rettorato. Nel silenzio compiacente delle istituzioni amministrative infestate da esponenti vicini, se non direttamente eparesione, dei centri sociali.
Di Askatasuna in particolare.
Una connivenza nemmeno più mascherata, ma palesata dall’apertura di un inutile sportello contro l’islamofobia, in una città in cui gli episodi di antisemitismo si susseguono, mentre il Primo Cittadino li derubrica a “episodi spiacevoli e circoscritti”.

Anche quando, come il 24 e 25 Aprile scorso, si protraggono per 36 ore in città

Una Torino ormai lontana parente della città Patria del pensiero liberale e democratico in cui l’antisemitismo è passato da silente a rumoroso, con il plauso di chi dovrebbe intervenire e mettere freno ad una situazione che ha superato il limite del preoccupante.
Una città in cui non si può presentare un libro di un autore di religione ebraica, non si può organizzare un evento culturale che sfiori anche minimamente Israele, non si può protestare contro il totale predominio illiberale delle frange estremiste antisemite.

Perché quando raramente ti vengono concessi degli spazi, anche le FF.OO. necessarie a proteggerti, davanti alle contromanifestazioni ti consigliano di soprassedere e lasciare che i contromanifestanti si approprino dei tuoi spazi, del tuo tempo, della tua libertà

Una città che sta toccando limiti indegni della sua storia, con un’espressione tossica indegna della maggioranza dei suoi cittadini, che nulla hanno a che fare con la minoranza rumorosa e violenta, tanto coccolata dalle istituzioni compicenti e complici. Ed ancora una volta il tempo sarà testimone giudicante di chi riesce per i propri interessi a stagliarsi sempre dalla parte sbagliata della storia.

Un punto di non ritorno che la sinistra, a Torino e non solo, ha ampiamente superato pur di coprire la totale assenza di idee e di proposte, gettando la benzina sul fuoco di una scontro sociale pericoloso

Uno scontro che si chiama antisemitismo. Una strategia criminale che non potrà essere dimenticata.

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Tags: ANTISEMITISMOARCOBALENOGAY PRIDEIN EVIDENZATORINO
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