16 – Il Whisky a Tavola

Si sta sempre più sdoganando il concetto che un buon whisky possa essere bevuto anche come accompagnamento al cibo.

Ma davvero il whisky è soltanto una bevanda da meditazione? Certo che nell’immaginario collettivo, la bevuta per eccellenza è su una poltrona di cuoio antico, con un bel camino davanti, un cane che dorme ai propri piedi, la Seconda Rapsodia Ungherese di Liszt rigorosamente in vinile e un bel romanzo.

Però anche messo in una fiaschetta, in una gelida giornata di inverno mentre sei a caccia per i boschi, ha il suo perché. Oppure dopo una splendida cena con amici, ma anche come aperitivo. E, perché no, come bevanda da pasto.

I puristi, i tradizionalisti talebani mi staranno già additando come nemico del popolo da crocifiggere in sala mensa. Però pensiamo che non molto tempo fa anche la birra non era considerata una bevanda a tutto pasto, e invece ora…

Anzi, alcuni nutrizionisti hanno stabilito scientificamente che un liquido a base di cereali ha una potenzialità maggiore di essere abbinato agli alimenti rispetto al succo d’uva (anche se a me un bel vino fa sempre piacere).

Ho avuto modo di partecipare a diverse cene in cui veniva servito whisky al posto del vino, alcune anche organizzate da me, e devo dire che una volta superato lo scetticismo iniziale da parte dei commensali, l’esperimento è sempre riuscito in maniera entusiasmante.

Ovviamente il whisky a tavola va affrontato in maniera molto più accorta rispetto al vino o addirittura alla birra. Mentre gli ultimi due spesso vengono utilizzati per agevolare il boccone a scendere, del whisky ne va bevuto un piccolo sorso per armonizzare i sapori in bocca a boccone già deglutito. In questa occasione raccomando ancora di più l’aggiunta di acqua (sempre con moderazione) all’interno del bicchiere.

Questa settimana assaggiamo: Aultmore 12

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