1 STATO,2STATI,3DEMOCRAZIE

1 STATO,2STATI,3DEMOCRAZIE

Noi guardiamo il mondo da Roma e non da Londra.Pertanto:nel vicino oriente c’è la crisi israeliano-palestinese,nel medio oriente le imminenti elezioni nella grande democrazia Indiana e nell’estremo oriente la bomba nordcoreana e Taiwan.

Chiarite questioni di geografia e politica senza velleità geopolitiche,rimaniamo al vicino oriente

Qui,da Borrel a Biden al Papa il coro è univoco ‘due popoli due Stati’e la pace è servita. In effetti,trattasi di ciò che l’Onu decreto’ nel 1946 incontrando l’opposizione degli Stati arabi che aggredirono Israele,che ai fini della propria sicurezza e dopo due ulteriori guerre ha allargato i territori inizialmente assegnati.

La soluzione dei 2 Stati,che in primis i paesi arabi rifiutarono e che ancora oggi non amano,presenta evidenti velleità ed un limite politico-culturale. Le problematiche sono ovvie:quali nuovi confini,quali frontiere,quale tipo di Stato palestinese(teocratico,nasseriano,militare,Baath,autocratico,kemalista,socialista),quale alleanza internazionale di riferimento,quale economia,quale sovranità militare,quale futuro per gli arabi oggi cittadini di Israele?

Non solo:l’Iran ed amici vogliono la cancellazione di Israele (‘Palestina libera dal fiume al mare’)mentre altri ne riconoscono ufficialmente l’esistenza con tanto di relazioni diplomatiche.

Trattasi di questione decisiva che tutto il mondo arabo dovrebbe chiarire preliminarmente.Il limite politico-culturale e’ovvio

Il diritto internazionale ‘illuminato’ ci ha insegnato la bontà di riunificare dentro il singolo Stato comunità diverse,religioni diverse,lingue diverse,assicurando a tutti i cittadini uguali diritti e prerogative politiche.

La Costituzione libanese e Nordmacedone, come ogni Statuto di autonomia per le minoranze,tanto per fare esempi noti,dimostrano quanto sia possibile costituzionalmente e praticabile il concetto’2 popoli,1 Stato’.

A meno che fino ad oggi non si sia mentito ai Rohingya,ai Saharawi,alla Transdnistria,all’Abkazia,alla Gagauzia,alla Cecenia,al Nagorno,ai turcociprioti,agli anglofoni del Camerun,ai Baschi e agli scozzesi ed anche ai Québécois.

Mi fermo per non annoiare perché la nascita di nuovi Stati è la sconfitta dello Stato unitario garantista e modello per la risoluzione dei conflitti. La Storia vuole ripetersi perché tutti si sono dimenticati delle bombe su Coventry e Dresda o sugli asili di Milano a guerra ormai finita,ma anche del 30 Gennaio del 1923 quando a Losanna si firmo’l’accordo per lo scambio obbligatorio delle popolazioni tra Grecia e Turchia:una deportazione impressionante di persone da una parte all’altra dell’Egeo.

Tutto ciò premesso,se nel vicino Oriente e‘impossibile lo Stato Israelo-palestinese,se i cantoni svizzeri sono impraticabili,se è meglio un nuovo Timor Est o Sud Sudan,allora meglio tre democrazie che due Stati

Infatti,solo due democrazie che rispondano ad una opinione pubblica da cui derivi la loro legittimazione in termini di stato di diritto e libertà di pensiero e pluralismo politico,è possibile creare condizioni di compatibilità tra 2 Stati,altrimenti inevitabilmente conflittuali.Meglio ancora se accanto a due democrazie,con poteri di controllo sugli armamenti,si situerà una terza democrazia arbitrante a presidio dell’ordine internazionale e garante come l’Onu potrebbe essere se non fosse bloccata dai veti dell’ obsoleto Consiglio di sicurezza oppure come la UE se scoprisse una minima volontà di potenza.

Se parlare per il vicino oriente di un solo Stato pare assurdo e di due Stati pare velleitario,tre democrazie paiono la sola via realistica per la pace.Certamente più realistica della ipotesi di chi vuole uno Stato democratico circondato da uno Stato guidato da Hamas ed Hezbollah sotto la direzione di Teheran.

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