Venerdì 17: le origini di un ‘mito’

Nessuno di noi ci crede, vero? Ma non si sa mai...

Venerdì

Ogni “venerdì 17” è così: gesti apotropaici a parte, oggi sicuramente siamo più cauti e preoccupati.

Ma perché la superstizione ci porta a pensare che i venerdì 13 o 17 siano funesti?

È una superstizione che ha un’origine antica, legata alla tradizione latina, cattolica e greca ma anche islamica.

Il venerdì nella tradizione cristiana rappresenta la morte di Gesù, avvenuta appunto il venerdì santo.

Per gli islamici è il giorno in cui Adamo ed Eva commisero il peccato originale di disubbidienza, mangiando il frutto proibito.

Il 17 nella storia del mondo occidentale ha assunto diverse connotazioni negative.

Difatti nella smorfia è proprio a’disgrazia.

I greci, i romani e il 17

In greco, Eptacaidecafobia significa paura del numero 17, confermando che la sua identificazione con qualcosa di negativo sarebbe nata proprio nella civiltà greca.

Per i seguaci del credo pitagorico, era un numero da evitare in quanto era compreso tra il 16 e il 18, considerati perfetti.

Nell’antico testamento il diluvio universale iniziò proprio il 17.

Nell’impero romano, invece, la sfortuna ha ragioni militari.

La battaglia di Teutoburgo è stata combattuta nel 9 d.C. Sul campo i romani si scontrarono contro i germani di Erminio: le legioni 17,18, e 19 furono completamente distrutte.

Da quel momento, nella tradizione romana quei numeri furono considerati sinonimo di sventura.

Sulle tombe dei defunti poi, spesso si poteva trovare la scritta VIXI: in latino “ho vissuto”, cioè “sono morto”.

Quest’ultima è l’anagramma di XVII, 17 in numeri romani.

Per gli anglosassoni invece è il 13

Nel mondo anglosassone invece, il giorno sfortunato è il venerdì 13.

Nella mitologia scandinava, il numero 13 è associato al Dio Loki: prima c’erano 12 semidei, poi arrivò lui che si comportò in modo crudele con gli esseri umani.

Se si pensa all’ultima cena di Cristo, il tredicesimo apostolo era Giuda il traditore.

Erano tredici a tavola quindi, e non fini’ bene.

Ma non solo.

Secondo lo storico greco Diodoro Siculo (vissuto nel primo secolo avanti cristo), Filippo II, re di Macedonia e padre di Alessandro Magno, fu ucciso da una sua guardia del corpo dopo aver fatto mettere una sua statua accanto a quella delle dodici divinità dell’Olimpo. La tredicesima per l’appunto.

E se si va ancora più indietro nel tempo, nell’astrologia assiro-babilonese il 12 era un numero sacro perché facilmente divisibile, mentre il 13, che viene dopo, è considerato sfortunato.

Per gli spagnoli martedì 13

Infine nel mondo spagnolo e latinoamericano a essere considerato infausto è il martedì 13, Una credenza che forse trova origine nella tradizione romana: il martedì è legato al Dio della guerra Marte, e per questo motivo considerato sfortunato.

Comunque sia “ né di Venere né di Marte ci si sposa o si parte”. 

Sia 13 o 17. Non si sa mai.

Beninteso che io non ci credo, ma…facciamo le corna.

 

Leggi anche: https://www.adhocnews.it/scontro-aperto-fra-misericordie-e-il-governatore-giani/

www.facebook.com/adhocnewsitalia

Seguici su Google News: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version