Vaccini e salute pubblica: la scienza non si mette in discussione

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Vaccini e salute pubblica: la scienza non si mette in discussione

In Italia torna al centro del dibattito il tema dell’obbligo vaccinale. Alcune ipotesi di revisione sollevano forti preoccupazioni da parte di medici, infermieri ricercatori ed esperti di salute pubblica.

Vaccini: protezione personale e collettiva
I vaccini non sono soltanto una scelta individuale.

La loro efficacia si basa sulla cosiddetta immunità di comunità, che protegge i soggetti più fragili: bambini troppo piccoli per vaccinarsi,anziani,persone immunodepresse o affette da patologie croniche

Ridurre le coperture vaccinali sotto le soglie indicate dall’OMS (almeno il 95% per malattie altamente contagiose come il morbillo) significa esporsi al rischio di epidemie ricorrenti, ricoveri e morti evitabili.

Libertà o rischio?

Presentare l’abolizione dell’obbligo come una questione di “libertà” è fuorviante. La libertà individuale non può tradursi in un danno alla salute degli altri.

La vera libertà è vivere in una società protetta da malattie gravi e prevenibili, grazie a strumenti scientifici sicuri ed efficaci

La salute non è merce politica
La scienza, la medicina e la salute pubblica non possono essere piegate a interessi di parte. Ridimensionare l’obbligo vaccinale non significa progresso, ma un pericoloso passo indietro che rischia di compromettere decenni di conquiste sanitarie.

La tutela della salute collettiva resta un dovere costituzionale e un bene che non può essere barattato

La politica faccia il suo mestiere, e possibilmente lo faccia meglio: le questioni scientifiche e sanitarie devono restare in mano agli esperti, non all’improvvisazione o alla propaganda.

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