USA – RUSSIA: Aree di influenza

Stabilire dei confini, per stabilire buoni rapporti

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Usa Russia Cina – Sicuramente di Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, se ne sono dette molte e scritte ancor di più.
Però un’analisi storica approfondita porta a rivedere il personaggio. A pochi è noto che fu lui a garantire la pace tra i due dei maggiori imperi del tempo, quello portoghese e quello spagnolo. Come?

Tracciò con la sua autorità, derivatagli dalla natura di elezione divina al tempo indiscussa, una raya.
Una riga. Una linea di confine. Stabilì in sostanza, per la colonizzazione del nuovo mondo, le aree di influenza tra spagnoli e portoghesi. Senza che questi le stabilissero con le armi.

In un certo senso riuscì ad arginare quello che avrebbe potuto essere un conflitto di immani proporzioni. Dove il complicatissimo scenario rinascimentale europeo poteva facilmente portare ad un’escalation tra gli stati, per complicati sistemi di matrimoni e funzionali alleanze, che avrebbe inflitto incredibili sciagure anche al vecchio mondo.

Questo, nella storia, è sempre successo. Ad un simile esempio debbono ispirarsi i negoziatori di Stati Uniti e Russia. Quando gli Stati Uniti si impegnarono a non invadere Cuba, in cambio del ritiro dei missili sovietici, prevalse largamente il buon senso. Gli americani non avrebbero mai potuto tollerare l’istallazione di quei missili così vicini alle loro coste.

Come dobbiamo comprendere che Putin non può tollerare l’ingresso dell’Ucraina in un’alleanza militare dove il capofila sono gli Stati Uniti. È una questione di mera logica.

Inutile parlare di diritto dei popoli all’autodeterminazione. Se il Messico volesse entrare in un’alleanza militare alternativa a quella americana, gli americani non lo permetterebbero mai, in alcun modo. Quindi è ovvio che oggi rimane fondamentale un impegno in questo senso.

Anche perché la necessità di contenere il gigante cinese, impone agli americani la necessità di distendere il più possibile i rapporti con la Russia. Anche al fine di impedire il cementarsi di un’alleanza militare tra le due potenze che ne sarebbe devastante.

Su indicazione di Kissinger, Nixon tirò un colpo mortale all’Unione Sovietica quando riuscì a separarla dalla Cina.

Il silenzio europeo

Il sodalizio dei due colossi, determinerebbe infinite disgrazie per l’occidente liberal-democratico. La nota più amara da rilevare sta nell’assenza dell’Europa.

Inutile avere un commissario di una politica estera che ancora non esiste. L’Europa, intesa quale Unione Europea, è assente come soggetto. Perché non è un soggetto rilevante in politica estera. Al suo posto ci sono alcuni stati che la compongono.

È qui che diventa traumatico l’eterno problema dell’Europa. In un contesto dove la sicurezza complessiva dell’Europa è la prima realtà a trovarsi in una situazione delicata, l’Europa con soggetto politico non riesce ad esprimere l’autorevolezza necessaria a sedere al tavolo ed a dire la sua.

Per la sua sicurezza ha bisogno degli americani. I quali comunque sono necessariamente tenuti, per priorità, a guardare agli interessi di casa loro. E per questo nessun europeo potrà mai rimproverarli.

La divisione in aree di influenza è logica. Anche perché è l’unica strada per evitare un conflitto disastroso che potrebbe portare in estrema ipotesi anche a conseguenze irreparabili. Il problema è che in queste aree di influenza risulterà sempre che l’Europa rimarrà divisa e che resta utopico unirne parti essenziali storicamente e culturalmente.

Se l’Europa non decide di costruire realmente se stessa ed il futuro per i propri figli, nessuno lo farà per lei.

 

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