Un termine seminuovo: l’etica. Le ONG salvano vite o trafficano corpi?

Migranti, soccorsi concordati con i trafficanti: richiesta di giudizio per 24 membri di ONG

etica

Un termine seminuovo, poco usato è la parola etica. Praticamente nessuno ne conosce il significato. Più si assumono impegni e responsabilità, più il significato dell’etica, professionale ci tengo a dirlo, viene meno. Cos’è l’etica professionale? Treccani identifica con “l’insieme dei doveri strettamente inerenti alle attività professionali svolte nella società.

Cosa impedisce dunque al professionista di seguire e portare a compimento i propri doveri per raggiungere i propri fini? Premesso che dovremmo prima stabilire i fini. Altrimenti tutto è giustificato per raggiungere questi fini, e poi di conseguenza i doveri. Facciamo un esempio, derivante da questa notizia apparsa oggi sui quotidiani, io la riprendo da La Repubblica di oggi: “Migranti, soccorsi concordati con i trafficanti: richiesta di giudizio per 24 membri di ONG”.

Dunque: 24 membri di ONG tedesche, si legge, concordano con i trafficanti di “anime”, poveri uomini e donne che tentano una sorte migliore entrando in Europa, le modalità per sbarcare in Unione Europea in barba alle leggi o regolamenti che vi sono in vigore.

Il compito delle ONG: salvare vite o trafficare anime?

Se il mio compito è contribuire a salvare povere vite umane, possiamo dire che sia un nobile compito. Di sicuro il mio dovere morale di compiere la mia professione mi impone dei comportamenti per raggiungere lo scopo nobile. Viceversa, se il mio compito è mettermi d’accordo con i trafficanti di anime per sfruttare le povere anime e alimentare confusione alle frontiere italiane nel mediterraneo, certamente non assolvo un dovere. Ma lo aggiro per raggiungere un fine molto poco nobile.

In tutto questo, grati ovviamente agli uomini di legge ed alle forze dell’ordine, le autorità italiane dovrebbero assumere comportamenti e provvedimenti integerrimi. Va combattuta l’etica del soverchiare le leggi ed i regolamenti ad ogni costo. Perché solo con il senso di responsabilità e con atteggiamenti non contraddittori che lo stato e l’etica professionale avranno la meglio sui comportamenti elusivi e/o ingannevoli dei soggetti che criminalmente abusano delle norme.

L’accoglienza è sempre consentita, se inserita in un percorso di sviluppo e crescita umanitaria, ma non deve mai esserlo quando è piegata a logiche ingannevoli e fraudolente.

 

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