Un premio fotografico che infanga la dignità umana

Un premio fotografico che infanga la dignità umana

Da dopo il 7 ottobre scorso il mondo è cambiato ed è ormai evidente che non esista più un limite, che sia uno, alla decenza

Quando poi veniamo a scoprire che il Reynolds Journalism Institute, la storica scuola di giornalismo dell’Università del Missouri, ha premiato del “Team Picture Story of the Year” il fotografo dell’Associated Press Ali Mahmud, per aver immortalato nel suo scatto qualcosa di abominevole, non possiamo altro che constatarlo.

Non bastano i casi di antisemitismo che hanno dilagato in questi ultimi cinque mesi, né le folli prese di posizione delle università, non solo italiane ma anche estere, che hanno deciso di boicottare le collaborazioni con Israele, no.

Adesso si è anche estinta la decenza di fronte al lutto tremendo di una famiglia

Ma che cosa raffigura l’immagine che ha scatenato le ire dell’opinione pubblica, tanto che la raccolta firme messa in piedi su Charge.org per spingere la Nikon, maggiore sponsor del premio, a denunciare questo attacco alla dignità umana, è riuscita a raccogliere 40mila firme in due giorni?

Nella foto è immortalato il corpo senza vita di Shani. Ma chi è Shani?

La vediamo riversa nel retro dell’auto, morta, mentre uno degli aguzzini che se la sta portando via le tiene una gamba addosso, in un gesto atroce, che mostra tutto il suo disprezzo e la considerazione di quella che, un tempo, era stata una ragazza viva, piena di sogni e aspirazioni.

Quella ragazza era Shani Louk

Shani aveva 23 anni, era una giovane tedesca israeliana e anche lei, insieme ad altri centinaia di giovani, è stata massacrata in seguito all’irruzione dei terroristi di Hamas in territorio israeliano.

E non ci stancheremo di ripeterlo, dal momento che in quell’attacco, in varie zone del sud di Israele, sono morte oltre 1000 persone e ne sono state rapite oltre 300, molte delle quali ancora oggi in ostaggio a Gaza.

Quel premio è una vergogna, punto

Va contestato, perché se anche qualcuno ha pensato che quella fotografia avrebbe avuto lo stesso impatto drammatico di scatti alla Robert Capa, è assolutamente fuori strada.

Senza contare che questa immagine rischia di trasformarsi in un’arma a doppio taglio, tanto da legittimare, se non addirittura glorificare, un attacco vile, piombato su giovani disarmati e che stavano solo ballando a un festival musicale organizzato, beffardo destino, in nome della Pace.

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