Un “Er Tartina” per Gaza

eugenio giani

Un “Er Tartina” per Gaza

Da oggi a Palazzo Strozzi Sacrari, sede della Giunta Regionale Toscana, sventolerà la bandiera palestinese per ordine espresso del Kompagno Giani.

Una scelta che si salda con quella di chiedere al Governo nazionale azioni per il riconoscimento ufficiale dello Stato della Palestina e con la condanna netta di quanto sta operando il Governo israeliano di Benjamin Nenatyahu

Una presa di posizione completamente ideologica Senza alcun costrutto perché, come sempre, chi chiede il riconoscimento della Palestine, omette di descrivere un eventuale processo costituente, quale sia l’interlocutore politico e quali siano le garanzie di Sicurezza per lo Stato di Israele.

In assenza di queste condizioni chiedere il riconoscimento della Palestina è un non sense, buono per agitare le piazze ma allibente se proviene da un politico di lungo corso

Insomma Giani non è un influencer è il Presidente della Regione e dovrebbe mostrare cautela. E invece anche lui – ma non è evidentemente il solo – si è lasciato trascinare dal gioco sporco della propaganda.

Sarà l’eco delle proteste pro palestinesi, sarà la narrazione mainstream che a spron battuto mistifica la realtà, sarà il pietismo imbarazzante di chi dovrebbe ragionare col cervello, fatto sta che Eugenio Giani ha deciso di spingere l’acceleratore della protesta anti ebraica per assecondare una parte importante dell’elettorato di sinistra.

Una posizione discutibile, molto discutibile soprattutto se proviene da chi dovrebbe rappresentare tutta la Regione e non solo una parte

Ma Eugenio non se ne cura perché è in campagna elettorale e quindi ha deciso che vale tutto, anche corteggiare le frange estremiste per fare cassetta di voti. Un sacrificio al campo largo o una conversione sulla via di Ramallah? Prevedibile la prima anche se Giani è maestro delle conversioni.

L’ipocrisia gronda selvaggia in questo inizio di Giugno e si riversa su scelte che contrastano radicalmente con quelle precedentemente assunte

La vicinanza a Israele dopo il 7 Ottobre 2023, l’interlocuzione costante con la comunità ebraica e con i vari ambasciatori si Israele che si sono succeduti nel tempo sono acqua passata. Roba da cancellare con un improvviso colo di spugna, per immolarsi – si fa per dire – alla causa palestinese.
Certo, Giani è un socialista e sappiamo bene i danni che i socialisti hanno fatto con il loro storico appoggio ad Arafat e ai palestinesi.

Ma Giani dovrebbe rappresentare anche un’ala Riformista che è sempre più in difficoltà

una corrente che Giani ha preteso di interpretare fin qui ma dalla quale evidentemente intende smarcarsi, forse per non farsi superare a sinistra da Furfaro o da Fossi.

Chissà?

E allora, questo nuovo corso impresso dal Presidente della Regione – che certamente non poteva essere da meno di Puglia ed Emilia Romagna – si rivela per quello che è. Un’ipocrita strumentalizzazione a fini elettorali nel tentativo di conquistare il voto dell’estrema sinistra.

Da questo punto di vista anche in Toscana, si riflette bene l’orientamento nazionale di un PD perennemente in crisi di idee e di identità e che si appiattisce sull’estremismo massimalista incapace di ogni seria analisi

Un PD di piazza e di (non) Governo che copre politicamente manifestazioni imbarazzanti e talvolta dal sapore marcatamente antisemita, che ormai ha abbandonato ogni qualsivoglia tensione moderata.

Una cinica battaglia, dunque, condotta sulla pelle di ebrei e palestinesi, gli uni sostanzialmente rinnegati gli altri palesemente strumentalizzati.

Speriamo di sbagliare perché non vorremmo mai che la Toscana debba seguire la via del boicottaggio pugliese o emiliano rinunciando a tecnologia medica, supporto sui medicinali e sviluppo commerciale. Il tutto per un capriccio di Giani

Chiunque fa politica non dovrebbe cedere al peso delle emozioni e mantenere un livello di analisi razionale che si fondi sui fatti.

Ebbene, dobbiamo registrare che anche in questa circostanza la completa sudditanza della sinistra a pulsioni estremistiche condiziona persino la politica regionale.

Ed è bene che chiunque non condivida questo approccio se lo ricordi bene al prossimo appuntamento regionale
La Toscana merita di meglio. Molto di meglio.

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