Un Cristo LGBT con i tacchi a spillo

A Roma e Bologna il popolo arcobaleno offre il suo lato deteriore

Cristo

Ieri in piazza con il Pride a Roma c’era Gesù Cristo.

In tacchi a spillo e tunica arcobaleno.

Con tanto di corona di spine, stimmate colorate, lenzuolo e mascherina arcobaleno sono andati in scena un ennesimo affronto alla Chiesa e la dimostrazione dell’intolleranza firmata LGBT.

Il “Cristo Lgbt” che accompagnava lo striscione «orgoglio e ostentazione»  apriva il pride Lgbt di Roma. Questo bello spettacolo giganteggiava in testa al corteo che ha sfilato per le strade della capitale.

Con lui anche un “papa Francesco” mascherato con la scritta «sì al Ddl Zan».

Già, perché anche il Vaticano non va bene, e nemmeno il Concordato, visto che si è permesso di dissentire.

Praticamente in una foto è concentrato il perché personalmente non amo i movimenti LGBT e dissento dal DDL Zan.

Profondo è il mio rispetto per gli omosessuali, esattamente come per gli eterosessuali e per tutte le persone  oneste su questa terra, che giudico esclusivamente in base alle loro azioni e autentico valore personale.

Infatti quelli ritratti ieri per me sono solo individui intolleranti e antidemocratici.

E fascisti nelle loro esternazioni assiomatiche, che non tollerano contraddittorio o dissenso.

Persone che mettono in scena rappresentazioni buffonesche, che fanno vergognare i gay stessi.

Quelli moderati, che vivono la loro sessualità con consapevolezza e senza ostentazioni ridicole, esattamente come gli eterosessuali. Esattamente come deve essere.

Dolce e Gabbana, per citarne due ostracizzati dalla comunità LGBT, non gradiscono tali manifestazioni, che riducono il Pride ad una carnevalata che inneggia e chiede provvedimenti liberticidi per chi dissente.

Dove si chiede rispetto senza darlo. Ma la legge del rispetto che mi è stata insegnata è del tutto diversa: rispetto chiama rispetto, ed io rispetto i valori di chi rispetta i miei.

Queste righe ad esempio se fosse in vigore la legge Zan, non potrebbero essere scritte o pubblicate, senza timore di una denuncia.

Sono solo un pensiero, il mio pensiero, condivisibile o esecrabile, contro le intemperanze, non contro la comunità gay: di chi va a letto con chi a me sinceramente non importa nulla. Non è un elemento discriminante né in positivo né in negativo.

Ma potrebbe essere giudicato non consono alla legge bavaglio propugnata dall’onorevole Zan.

Un uomo non è migliore se gli piacciono le more, le bionde o gli altri uomini. È migliore se è un Uomo, con la U maiuscola. O una Donna con la D maiuscola. E lo dimostra con le sue azioni. Magari più producenti di mettersi un collare o una corona di spine, tacchi a spillo e una tunica iridata.

Il vero valore di una persona non risiede nei suoi organi riproduttivi né negli oggetti dei suoi appetiti sessuali.

Ma nel rispetto. Soprattutto di se stessi.

Rispetto chiama rispetto

Secondo me raffigurare Gesù Cristo con minigonna e tacchi a spillo non è una provocazione. O una performance.

Come non lo è ciò che è successo a Bologna, in Piazza Nettuno.

Dove militanti LGBT con in testa il tradizionale copricapo da Vescovo hanno calpestato, lasciando impronte rosa, i volti dei loro avversari.

Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Simone Pillon, Mario Adinolfi, Viktor Orbàn, Donald Trump e Papa Francesco nello specifico. Che originalità.

La chiamano performance, ma è l’ennesima manifestazione violenta del popolo arcobaleno.

Semplicemente un’offesa e una sgradevole mancanza di rispetto.

 

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