Ucraina verso il collasso? Senza un accordo di pace, il tempo stringe
A oltre tre anni dall’inizio dell’invasione russa, la situazione dell’Ucraina è drammaticamente cambiata.
Da una resistenza eroica e sostenuta dall’Occidente si è passati a uno scenario di logoramento, con un fronte che avanza lentamente verso ovest e un paese stremato, sia sul piano militare che economico.
La prospettiva più realistica oggi, se non si troverà un accordo diplomatico, è quella di un collasso progressivo dell’intero sistema-Paese. Non è più una questione di propaganda o ottimismo occidentale: il tempo sembra giocare a favore di Mosca
Un esercito al limite
Le forze armate ucraine, pur mostrando ancora capacità di difesa in alcune zone chiave del fronte (come nel Donbas e nella regione di Zaporizhzhia), sono allo stremo. I rincalzi sono sempre più anziani, in molti casi ultraquarantenni e ultra cinquantenni, a causa delle difficoltà di reclutamento. Le diserzioni sono in aumento, mentre le riserve si assottigliano. L’addestramento è accelerato, ma la qualità generale delle nuove reclute è inferiore rispetto ai primi anni del conflitto.
Intanto, la Russia – pur avendo subito perdite enormi – è riuscita a mantenere una macchina bellica attiva, sfruttando la profondità delle proprie riserve umane, una produzione industriale in crescita e l’appoggio, diretto o indiretto, di potenze esterne come Cina, Iran e Corea del Nord.
La stanchezza dell’Occidente
Il sostegno occidentale, soprattutto quello europeo, resta fondamentale per l’Ucraina, ma anche lì i segnali di fatica si moltiplicano. Il dibattito politico in diversi paesi è ormai dominato da priorità interne. Le elezioni in Europa e negli Stati Uniti, insieme ai costi crescenti del conflitto, stanno modificando l’atteggiamento delle opinioni pubbliche.
A Kyiv, il presidente Zelensky – un tempo figura unificante – si trova oggi in difficoltà. La coscrizione forzata, il protrarsi della guerra, le difficoltà economiche e l’assenza di una prospettiva chiara hanno logorato la sua popolarità. Il rischio di instabilità interna non è più un’ipotesi remota.
Verso un epilogo violento?
Se la Russia decidesse di intensificare le operazioni nel corso dei prossimi mesi, sfruttando appieno la propria superiorità numerica e la stanchezza nemica, il collasso ucraino entro il 2026 non è uno scenario fantasioso. Potrebbe ripetersi una dinamica già vista in altri conflitti: come il Vietnam del Sud o l’Afghanistan filo-occidentale nel 2021, lo Stato potrebbe crollare sotto il peso congiunto dell’offensiva militare e del cedimento politico interno.
L’ultima chance: una pace negoziata
Non si tratta di cedere, ma di scegliere tra due forme di realtà: quella negoziata e quella imposta sul campo. Un accordo di pace imperfetto oggi potrebbe evitare il disastro totale domani.
Continuare a immaginare una controffensiva miracolosa o una vittoria completa rischia di lasciare l’Ucraina senza nulla da negoziare
È giunto il momento, per Kyiv e per i suoi alleati, di affrontare la dura verità. La guerra è diventata insostenibile, e ogni mese che passa riduce ulteriormente il margine di manovra. Una trattativa oggi, pur difficile, è ancora possibile. Ma tra sei o dodici mesi, potrebbe essere troppo tardi.
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