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TRIPTORELINA: UN’OCCASIONE PERSA

di Redazione
10 Agosto 2025
In Attualità
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TRIPTORELINA: UN’OCCASIONE PERSA
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TRIPTORELINA: UN’OCCASIONE PERSA

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della salute Orazio Schillaci e del Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Maria Eugenia Roccella, ha approvato un disegno di legge (DDL) sulla appropriatezza ed il corretto utilizzo di farmaci per bloccare la pubertà (Triptorelina), per il trattamento della disforia di genere nei minori

DDL che prevede protocolli più rigorosi rispetto al passato (diagnosi effettuata da una équipe multidisciplinare, esiti documentati dei precedenti percorsi psicologici, psicoterapeutici ed eventualmente psichiatrici, assenso di un comitato etico a valenza nazionale pediatrico, registro AIFA per monitorare il corretto uso del farmaco).

Ben venga una maggiore serietà nell’uso di questi farmaci, ma il punto vero è se questi farmaci bloccanti della pubertà debbano essere usati o no

Avrebbe dovuto far riflettere la clamorosa retromarcia del Regno Unito, che dal marzo 2024 ha fermato l’uso dei bloccanti della pubertà, se non per motivi di ricerca, e ha recentemente confermato questa decisione fino al 2027. Decisione presa in seguito alla pubblicazione definitiva della “Cass review”, una indagine indipendente commissionata dal servizio sanitario inglese (Nhs) sui servizi per l’identità di genere dedicati ai minori.

La “Cass review” (dal nome della pediatra inglese Hilary Cass) ha documentato che migliaia di giovani vulnerabili hanno ricevuto trattamenti che alterano la vita senza prove concrete sui risultati a lungo termine e che la convinzione che il trattamento ormonale riduca l’elevato rischio di morte per suicidio in questa popolazione non ha trovato prove a supporto

La dottoressa Cass suggerisce l’età di 25 anni come soglia ideale per poter dare un consenso informato pieno alla transizione.

Le conclusioni della “Cass review” sono state supportate da successive indagini, va citata quella, importantissima, del professor Louis Appleby, presidente del National Suicide Prevention Strategy Advisory Group, che ha definitivamente demolito la leggenda dei ragazzi a maggior rischio suicidio se non assumono i bloccanti della pubertà.

Altri paesi hanno rivisto in senso restrittivo la loro politica sull’uso dei bloccanti della pubertà, come la Svezia, la Finlandia, la Norvegia, la Danimarca.

Anche il Comitato Nazionale di Bioetica, in risposta ad un’interrogazione del Ministero della salute conclude “considerata l’incertezza sul rapporto rischi/benefici del blocco della pubertà con triptorelina, auspica che le prescrizioni avvengano solo nell’ambito delle sperimentazioni promosse dal Ministero della Salute” (Novembre 2024)

Vi sono altri due aspetti da considerare rispetto all’uso dei bloccanti della pubertà: il primo sono gli effetti collaterali, che nell’adulto comprendono malattie cardiovascolari, osteoporosi, infertilità, aumento del rischio di cancro e trombosi, e sono state poco studiate nella popolazione giovane; il secondo, che mi preme sottolineare in questa sede, è che recenti studi hanno osservato che la generalità dei bambini a cui è stata bloccata la pubertà hanno poi continuato nella transizione di genere mentre almeno l’80%, in alcuni studi oltre il 90%, di soggetti con presunta disforia di genere non sottoposti ai bloccanti della pubertà hanno rinunciato alla transizione un a volta superata la pubertà; detto in altre parole il blocco della pubertà non rappresenta affatto una pausa di riflessione per il bambino, bensì è una vera e propria canalizzazione verso la transizione di genere, dalla quale risulta poi difficile ritrarsi.

Escludere la somministrazione dei bloccanti della pubertà non significa abbandonare a sé stessi i tanti piccoli pazienti con vera o presunta disforia di genere

Il disagio che questi ragazzi e ragazze esprimono, che è reale, va affrontato, va riconosciuto per quello che è (tante disforie di genere nascondono comorbidità importanti, autismo, ADHD, patologie psichiatriche) e va accompagnato oltre la pubertà e l’adolescenza fino all’età adulta, quando sarà possibile un reale consenso informato alla transizione.

Dott. Giovanni Viviani. Medico.
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it

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Tags: GIORGIA MELONIGOVERNOIN EVIDENZATRANSTRANSGENDER
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