Terrorismo a Strasburgo: combattiamo la paura

Il terrorista che ha colpito ha Strasburgo è riuscito, purtroppo, nel suo intento – gettare nuovamente l’Europa nel labirinto della paura. 

E’ bastato un cane sciolto di origini magrebine, 450 milioni di persone destabilizzate da un ventenne e da una pistola.

Il coro di voci, commenti, banalità, sentenze è più o meno sempre il solito. La guerra asimmetrica ha queste caratteristiche e questo unico fine: seminare il terrore. 

Il termine Terrorista ha la sua origine nella stessa Francia: siamo nell’annus horribilis 1793, la rivoluzione contro l’ancien regime si è trasformata in una mattanza, decisa a tavolino dai membri del governo del Regime del Terrore, detti, appunto, “terroristi”.

Il terrorismo, escluso il cd. Terrorismo di Stato, è un nemico senza nome e senza volto. E’ evidente che non è possibile combatterlo con gli strumenti convenzionali, non si combatte nemmeno su Facebook, tuttavia. La paura genera un profluvio infinito di commenti social, tutti diventano politologi, criminologi, tuttologi. In un attimo.

Gli individui più attivi, nell’era 2.0, sono i nientologi – una varietà che evita il peso di dover pensare, per poi prendere una posizione netta, motivarla e mantenerla, fino al rapido ritorno alla normalità. 

L’Italia, in particolare, ha il più profondo rispetto per tutto ciò che si ferma in superficie. Quindi il volgarizzatore si fa subito una posizione e un nutrito seguito.

Il volgarizzatore depone un’idea di idea in una scodella di luoghi comuni e fa sgorgare meccanicamente questa spaventosa mistura. Il risultato è un niente assoluto che realizza appieno l’obbiettivo dei terroristi – il monopolio del pensiero comune.

Il modo più efficace per noi cittadini comuni per combattere questo infido virus chiamato terrorismo, è ignorarlo.

Il terrorismo che non terrorizza ha perso la guerra.

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