Supercoppa Italiana in Arabia Saudita con settori vietati alle donne. E’ polemica

Il 16 gennaio si assegna il primo trofeo della stagione: la Supercoppa Italiana. La finale fra Juventus e Milan verrà disputata al ‘King Abdullah Sports City Stadium’ di Jeddah, città dell’Arabia Saudita, dove il calcio nostrano sbarca per la prima volta nella propria storia e dove la manifestazione avrà atto per i prossimi tre anni. Nello scorso giugno infatti la Lega Serie A ha siglato un accordo da circa 24 milioni di euro, di cui 7 verranno spartiti equamente fra le due squadre che si giocheranno il titolo. Un introito nettamente superiore rispetto a quello garantito dalle altre sedi straniere che si sono alternate negli anni, dall’Egitto agli Stati Uniti, passando per la Cina e il Qatar.

I SETTORI ‘SINGLES’ – La scelta della Lega Serie A però sta facendo discutere e non poco. In Arabia Saudita infatti esiste una disparità fra uomini e donne, nella legge e nella prassi. E questo si evince dal comunicato diffuso dalla Lega, in cui vengono spiegate le modalità di vendita dei biglietti per la partita. In particolare, nella nota viene sottolineato come alcuni settori dello stadio, indicati come ‘singles‘, siano riservati solo ai tifosi di genere maschile, mentre i settori indicati come ‘families’ siano “misti per uomini e donne”. Quindi le donne potranno assistere al match solo se accompagnate (in quanto parte di una famiglia, ndr). Va ricordato che solo dall’inizio del 2018 l’Arabia Saudito ha aperto gli stadi anche alle donne permettendo loro di assistere alle manifestazioni sportive (evidentemente solo in alcuni settori).

LA POLITICA – Coro di critiche bipartisan, da parte della politica italiana: da Matteo Salvini a Laura Boldrini passando per Giorgia Meloni e per vari esponenti del Pd, tutti chiedono che la Federcalcio blocchi le limitazioni delle donne allo stadio.  

“Che la Supercoppa italiana si giochi in un Paese islamico dove le donne non possono andare allo stadio, se non accompagnate dagli uomini, è una tristezza, una schifezza – dice il vicepremier Matteo Salvini, in diretta Facebook – Io quella partita, Juve-Milan, non la guardo“, aggiunge il ministro, tifosissimo rossonero. 

E Laura Boldrini, ex presidente della Camera e pasionaria di LeU: “Le donne alla #SuperCoppaItaliana vanno allo stadio solo se accompagnate dagli uomini. Ma stiamo scherzando? I signori del #calcio vendano pure i diritti delle partite ma non si permettano di barattare i diritti delle donne!”.

E Nicola Fratoianni rincara: “I vertici del calcio italiano (e i vertici Rai) se ne fregano, quando esultano per il successo nella vendita dei biglietti della partita, a cui le donne per gentile concessione potranno accedere solo se accompagnate”. “La vergogna dovrebbe coprire i dirigenti senza dignità della Lega Calcio, della Juventus, del Milan e della Rai. Forse è arrivato il momento che neanche un centesimo di soldi pubblici vada a questi signori”.

Su Facebook attacca anche la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Supercoppa italiana Juve-Milan in Arabia Saudita. Le donne possono andare solo accompagnate nel settore famiglie, da sole no, perché l’Islam non lo ammette. Quindi una donna italiana che volesse comprarsi il biglietto per vedere la partita da sola o con un gruppo di amiche, non può farlo. Ma che schifo è? Abbiamo venduto secoli di civiltà europea e di battaglie per i diritti delle donne ai soldi dei sauditi? La Federcalcio blocchi subito questa vergogna assoluta e porti la Supercoppa in una nazione che non discrimina le nostre donne e i nostri valori”.

#IoNonScendoInCampo“. E’ con questo hashtag rilanciato sui social che il Pd di Milano chiede a Milan e Juve di non disputare la finale di Supercoppa italiana. “Ci uniamo – si legge sulla pagina Facebook del Pd di Milano – alla voce delle Donne Democratiche: Juventus e Milan si rifiutino di scendere in campo in uno stadio e in uno Stato, l’Arabia Saudita, che non rispetta i diritti umani e in particolare quelli delle donne”.

Le Donne Democratiche-Milano Metropolitana avevano lanciato un appello ai due club: “Lo sport dovrebbe unire, non dividere. A quanto pare alla finale della supercoppa italiana ci saranno settori separati per uomini single e famiglie perché le donne non possono assistere da sole. Se fossimo nei giocatori delle squadre ci rifiuteremmo di scendere in campo. E’ inaudito che proprio nell’anno del primo pallone d’oro femminile accadano queste cose”.

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