Suicidio ristoratore fiorentino: la Sinistra e i deliri sulla strumentalizzazione

suicidio

Lunedì la stampa cittadina dà notizia del suicidio di un ristoratore fiorentino angosciato dalla situazione della propria azienda, la quale, come tante, soffre la crisi economica causata dalla pandemia. Il suo tragico gesto impatta fortemente sulla sensibilità della cittadinanza che comprende immediatamente il dramma vissuto, riconoscendosi nelle preoccupazioni e nei tormenti che lo hanno determinato.

Il lutto cittadino per il suicidio

La Lega, per tramite del Vicepresidente del Consiglio comunale Cocollini e del Presidente della Commissione di Controllo Antonio Montelatici, chiede al Sindaco Nardella di proclamare il lutto cittadino. Io sottoscrivo tale richiesta. Sostenendo che il lutto cittadino servirebbe anche da monito alla cattiva politica; la quale non ha fatto tutto quello che poteva a sostegno del lavoro e dell’impresa. E su questo punto, da candidato al Consiglio regionale ho chiamato ovviamente in causa anche la Regione che ha competenza a intervenire in materia economica.

Accuse da sinistra

Apriti cielo! Partono le accuse di strumentalizzazione e in taluni casi anche di sciacallaggio! Accuse provenienti, non a caso, da soggetti schierati a Sinistra. Costoro, evidentemente, preferirebbero una narrazione dell’episodio tutta in chiave intimistica e psicologica; senza alcun riferimento alle responsabilità politiche di chi guida il governo del Paese, della Regione e del Comune. Che ben poco hanno fatto per promuovere e incentivare le attività produttive e commerciali. Contribuendo a generare quel clima d’incertezza che porta alla perdita di fiducia nel futuro. Bisognerebbe insomma, secondo loro, parlare del dolore di un uomo e non di ciò che lo ha provocato. Perché non deve esistere una responsabilità del Potere, specie sotto elezioni.

E anzi bisogna provvedere ad un ribaltamento etico dirottando sull’individuo e sulla sua coscienza tutta la responsabilità dell’accaduto; sorvolando sulla solitudine sociale di cittadini abbandonati dalle istituzioni. Perché è esattamente ciò che accade quando si dice di essere “arrivati troppo tardi” dopo aver preventivamente sciorinato un discorso che mira a evidenziare la debolezza psicologica della persona. Come ha fatto in questo frangente un candidato del Pd al Consiglio regionale che ama la retorica mélo impregnata di tutti quei buoni sentimenti che servono sostanzialmente ad affermare un criterio di responsabilità storica teso a coprire colpe ed errori dei governanti: una sorta di metodo Liala applicato alla politica.

La scarsa cultura politica in Toscana

In tale contesto mistificatorio, le accuse di strumentalizzazione lanciate contro l’opposizione diventano obiettivamente uno strumento intimidatorio nei confronti di chi ha il dovere di denunciare mancanze e responsabilità dei governanti. A dimostrazione di quanto è scarsa la cultura democratica in questa Regione, da troppo tempo dominata dalla Sinistra. Ma non ci faremo intimidire né tantomeno zittire, con buona pace dei solerti accusatori al servizio del Potere e dei suoi rapsodi.

 

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