Stupra una 27enne, senegalese incastrato dal Dna: nel 2014 era stato già condannato

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Ha rapinato e violentato la commessa ventisettenne di un esercizio commerciale di Osio Sotto, nella provincia di Bergamo: grazie, però, alla denuncia dettagliata della vittima e alla conferma delle analisi del Dna analizzato al Ris di Parma, è stato arrestato. In manette è finito un senegalese di 29 anni, Diop Moustapha, residente a Verdellino. È accusato di violenza sessuale e rapina. Già cinque anni fa, nell’aprile del 2014, venne arrestato per aver aggredito e molestato una donna nel parcheggio di un supermercato, sempre a Osio Sotto: per quel fatto l’uomo aveva rimediato una condanna definitiva a un anno e due mesi per violenza sessuale, con pena sospesa. 

Per questo, a parte il primo giorno in carcere a seguito dell’arresto, è sempre rimasto libero. A distanza di cinque anni, lo scorso 7 giugno, l’episodio ai danni della commessa. Non solo. Nel corso delle indagini dei carabinieri di Treviglio è emerso anche che, una settimana dopo, il senegalese avrebbe rapinato e tentato di violentare anche una prostituta lituana, sempre a Osio Sotto. Inoltre a novembre dell’anno scorso, stando alle indagini, sempre lui avrebbe rapinato e tentato di violentare un’altra prostituta, romena, appartata con un cliente nella stessa zona, ma che era riuscita a fuggire. Lo stupratore è in carcere dal 25 giugno scorso, quando il gip di Bergamo ha spiccato il mandato di cattura: è stato rintracciato a Ciserano, dopo che i suoi familiari (i genitori e i fratelli) avevano tentato di depistare le indagini, dicendo ai carabinieri che da un mese si trovava in Spagna.

Nelle ultime ore sono arrivati ai militari di Bergamo anche i risultati delle analisi del Dna, che hanno confermato anche a livello scientifico quanto la vittima aveva già raccontato agli inquirenti anche in sede di incidente probatorio il 10 luglio scorso davanti al gip, dove ha riconosciuto Diop Moustapha tra altri 3 immigrati. Lo stesso ha fatto anche la prostituta lituana. La commessa lo aveva già indicato tra le foto dell’album che gli investigatori le avevano mostrato e contenente i volti di soggetti già noti per reati di violenze di genere e rapine. Tra cui anche Diop Moustapha per il fatto di cinque anni fa. «Già condannato nel 2014 per violenza sessuale, uscì di galera dopo 24 ore. Perché?? Per scelta di chi??? E pochi giorni fa l’ha rifatto. Roba da matti. Castrazione chimica e stop, che il Parlamento si svegli e approvi la proposta della Lega», è il post pubblicato su Twitter e Facebook oggi pomeriggio dal ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini.

Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, che è bergamasco: «Mi spiace doverlo ripetere in continuazione, anche perché ogni volta c’è una donna violentata, una donna con la vita rovinata, ma andremo avanti a piangere le povere vittime di stupri finché non introduciamo la castrazione chimica temporanea come continuo a chiedere da vent’anni con proposte di legge che nessun Parlamento e nessuna maggioranza finora ha voluto discutere».

fonte Il Messaggero

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