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Home Politica

Sovranità Nazionale vs Giurisdizione Europea: La Battaglia di Meloni per l’Autonomia Migratoria

di Daniela Simonetti
3 Agosto 2025
In Politica
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Destra
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Sovranità Nazionale vs Giurisdizione Europea: La Battaglia di Meloni per l’Autonomia Migratoria

La Premier Giorgia Meloni ha lanciato un messaggio chiaro e diretto all’Europa: l’Italia non accetterà passivamente le ingerenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulle politiche migratorie nazionali.

La leader italiana ha denunciato quella che giustamente considera un’invasione di campo nelle competenze statali

La Corte di Giustizia UE ha stabilito che nella determinazione dei cosiddetti “Paesi sicuri” di provenienza dei migranti illegali, la giurisdizione europea prevale su quella nazionale. Una decisione che rappresenta un attacco diretto alla sovranità degli Stati membri e alle loro prerogative costituzionali in materia di sicurezza e controllo dei confini.

La Premier non ha usato mezzi termini nel definire questa scelta: “Ancora una volta la giurisdizione, questa volta europea, rivendica spazi che non le competono, a fronte di responsabilità che sono politiche”

Un affondo che mette in luce il cuore del conflitto tra tecnocrazia giudiziaria e democrazia rappresentativa.

Evidente il meccanismo perverso che si viene a creare: la Corte UE demanda ai giudici nazionali le decisioni sui singoli casi, ma impone loro di seguire criteri sovranazionali piuttosto che le valutazioni dei propri governi democraticamente eletti.

Un sistema che, nelle parole della Premier, “per l’individuazione dei cosiddetti Paesi sicuri fa prevalere la decisione del giudice nazionale, fondata perfino su fonti private, rispetto agli esiti delle complesse istruttorie condotte dai ministeri interessati e valutate dal Parlamento sovrano”

“E’ un passaggio che dovrebbe preoccupare tutti” – incluse le forze politiche che oggi esultano per la sentenza – perché riduce ulteriormente i già ristretti margini di autonomia dei Governi e dei Parlamenti nell’indirizzo normativo e amministrativo del fenomeno migratorio”.

La Premier italiana tocca qui un nervo scoperto della costruzione europea: il progressivo svuotamento della sovranità popolare a favore di organismi tecnocratici non direttamente responsabili verso gli elettori.

Una tendenza che “indebolisce le politiche di contrasto all’immigrazione illegale di massa e di difesa dei confini nazionali”.

Non sfugge alla leader italiana la coincidenza temporale tra questa decisione e l’imminente entrata in vigore del nuovo Patto UE su immigrazione e asilo

Un accordo che, frutto del lavoro congiunto di Commissione, Parlamento e Consiglio europei, promette regole più stringenti proprio sui criteri di identificazione dei Paesi sicuri.

Meloni sottolinea l’ironia della situazione: mentre l’Europa si prepara ad applicare normative più severe, la sua Corte di Giustizia mina alla base l’autorità degli Stati membri nell’implementare politiche migratorie efficaci

Un controsenso che rischia di vanificare qualsiasi tentativo di gestione ordinata dei flussi migratori.

Il governo italiano, non intende rimanere a guardare. “Durante i dieci mesi mancanti al funzionamento del Patto europeo non smetterà di impegnarsi in ogni modo possibile per tutelare i confini nazionali”.

In questa battaglia per la sovranità, non hanno fatto i conti con la presenza di una leader che non intende più subire passivamente le decisioni di organismi lontani dalla volontà popolare, rivendicando il diritto sacrosanto di ogni nazione democratica di decidere del proprio destino e della propria sicurezza.

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Tags: CORTE GIUSTIZIA UNIONE EUROPEAGIORGIA MELONIGiudiceIMMIGRAZIONE CLANDESTINAIN EVIDENZA
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