Siamo tutti rane nell’acqua bollente

rane

Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.” Tratto dal libro “Media e Potere” di Noam Chomsky.

In parole povere, se butti una rana nell’acqua bollente, scappa subito. Se invece la abitui piano, morirà senza accorgersene.

In questo momento vedo le popolazioni mondiali come le rane di Chomsky. Ci stanno abituando gradualmente a non reagire. A rimanere chiusi in casa. A portare il bavaglio.

Si sono accorti che la gente non avrebbe resistito in silenzio a un secondo lock down. Abbiamo visto le piazze riottose. E allora ci concedono libertà condizionata. La famosa ora d’aria. Giusto 3 giorni per riprendere un po’ di umanità. E poi di nuovo in clausura.

Ci devono uccidere socialmente e lentamente. Non dobbiamo accorgerci che ci stanno annichilendo. E quindi lo fanno per gradi. Basti vedere il panico mediatico che, dopo l’euforia vaccinale, hanno cominciato di nuovo a spargere per la “mutazione inglese”.

Siamo tutti pronti a morire come le rane di Chomsky: remissive e menefreghiste.

 

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