Se in Italia si processano i carabinieri e non i delinquenti, è lo Stato ad essere colpevole
C’è qualcosa di profondamente storto, di grottesco, se non addirittura tragico, in un Paese dove si finisce per mandare sotto processo i carabinieri e non i delinquenti. Dove si accusa chi difende lo Stato e si assolve — nei fatti, nei media, nei tribunali — chi lo sfida. Il caso di Ramy, e il presunto “depistaggio” attribuito agli uomini dell’Arma, è solo l’ultima pagina di una deriva che ci porta dritti al capolinea della legalità.
Qui non stiamo parlando di caricatori svuotati addosso a un ragazzo inerme, o di un pestaggio brutale di una persona ammanettata. No. Stiamo parlando di due persone che hanno deliberatamente forzato un controllo, che si sono sottratte a un fermo con ostinazione, costringendo i carabinieri a un inseguimento pericolosissimo e rocambolesco. Ora immaginiamo solo per un momento che, durante quell’inseguimento, fossero morti i carabinieri. Avremmo forse titolato “eroi in divisa”? Oppure avremmo linciato mediaticamente i fuggitivi? Difficile a dirsi. Ma una cosa è certa: oggi si chiede di processare i servitori dello Stato, e questo è inaccettabile.
Gli avvocati hanno parlato di una distanza tra lo scooter e l’auto dei carabinieri di oltre 200 metri. Bene. Ma allora, se non c’è contatto, se non c’è violenza, dov’è il reato? Dove sarebbe il famoso “depistaggio”? Siamo davvero sicuri che chi indossa una divisa debba ogni giorno rispondere penalmente non per ciò che fa, ma per ciò che altri vogliono fargli dire?
Il pensiero corre a Grottaglie, a quel carabiniere che, a un giorno dalla pensione, ha deciso di intervenire per fermare dei rapinatori. Ha usato l’arma? Sì. Lo ha fatto per difendersi? Certo. Ma in questa Italia al contrario, dove la toga vale più della divisa, un servitore dello Stato che si difende è visto come una minaccia, mentre i rapinatori possono tranquillamente aspettare il processo, magari in libertà.
E allora ci chiediamo: che fine farà la sicurezza in questo Paese, se ogni poliziotto, ogni carabiniere, ogni finanziere sarà costretto a difendere se stesso nei tribunali, a proprie spese, con la gogna mediatica che massacra la sua famiglia? Che Paese è quello dove uno stipendio già modesto deve coprire anche le spese legali per dimostrare l’ovvio: che ha fatto solo il proprio dovere?
Lo diciamo chiaramente: se questo diventerà la norma, allora si moltiplicheranno i silenzi, le retromarce, gli occhi chiusi. Perché chi mai rischierà la propria carriera, il proprio onore, la propria famiglia per proteggere un Paese che non lo protegge? A quel punto non resterà altro che voltarsi dall’altra parte. E sarà proprio in quel momento che lo Stato avrà regalato ai delinquenti la più grande vittoria della loro storia.
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