SARA STAI SERENA
“La Fiesole resta vuota: tra frecciate politiche e responsabilità in Comune, il Franchi è al centro dello scontro”
Nel vortice dei ritardi al cantiere del Franchi la partita non è più solo tecnica: è politica, personale, simbolica.
Matteo Renzi scende in campo contro il suo ex vicesindaco Dario Nardella, utile per essere arrivato a Bruxelles dove “adesso si occupa di altro” ma scorda che molti a Firenze accusano proprio lui di aver usato a suo tempo il ruolo di Sindaco di Firenze come trampolino verso Roma, e adesso punta il dito contro le attuali falde del Comune per i ritardi nella ristrutturazione della Curva Fiesole.
Per le opposizioni il Sindaco Sara Funaro non ha scuse: si è tenuta la delega alle grandi opere, ha cercato l’alibi del governo senza riuscirci, ma non può lavarsene le mani.
Renzi non perde occasione: «Nardella fece il fenomeno e derise per anni le nostre avvertenze sui tempi e sui rischi del progetto» ha dichiarato, dopo che l’ex sindaco aveva affermato di «non occuparsi più» dello stadio e forse per noi non ha tutti i torti.
Secondo Renzi, l’addio al dialogo, il silenzio sull’avanzamento e la rinuncia al confronto pubblico sono l’epilogo della strategia che Nardella aveva impostato fin da quando Renzi lo aveva lanciato in politica locale, per poi “scaricarlo” quando gli serviva spazio a livello nazionale. Il “stai sereno” – battuta famosa di Renzi – è qui riscoperto come metafora del metodo: promettere assenza di problemi mentre dietro le quinte si gioca un’altra partita
Ma nel frattempo sul cantiere i fatti parlano da sé: il progetto iniziale prevedeva che la palificazione per la Fiesole fosse completata entro febbraio e il montaggio dei gradoni iniziasse in aprile.
Oggi il Comune ammette che la curva non sarà pronta per agosto 2026 come sperato, ma “inizio 2027” è l’obiettivo realistico
Nel frattempo, il primo lotto è liquidato per circa il 20 % del suo importo stimato – un fattore che solleva interrogativi sulla capacità di garantire continuità nei lavori.
Le partite in calendario hanno imposto periodi di interruzione: ad esempio, alcune lavorazioni in aree che coinciderebbero con il passaggio delle squadre ospiti sono state bloccate il mercoledì mattina e riprese solo dopo
Il direttore tecnico del progetto, Luca Buzzoni, ha riconosciuto che meteo, spazi ristretti, problemi logistici e limitata operatività notturna hanno fatto slittare il cronoprogramma di 2-3 mesi e forse più ma la cosa graveè che queste considerazionierano parse evidenti gia mesi fa al consigliere Massimo Sabatini della lista Schmidt, che non è un veggente a quanto risulta.
Le opposizioni non hanno aspettato: già in inverno era stata avanzata una mozione perché il Sindaco venisse in aula a spiegare i ritardi, mentre il cronoprogramma approvato con la perizia di variante accumulava 198 giorni di ritardo su 270 previsti.
Il centrodestra ha formalizzato richieste e attacchi concentrandosi sul fatto che Funaro ha tenuto per sé le deleghe alle grandi opere — affiancando dunque responsabilità dirette nel ritardo — e che le promesse di risorse statali e ministeriali (anche attinte da fondi PNRR o altri stanziamenti nazionali) avrebbero dovuto alleggerire il peso decisionale del Comune
Sul fronte dei fondi, infatti, l’Amministrazione si era lamentata che il governo avesse ritardato gli stanziamenti, ma successivamente il governo ha predisposto un decreto che sblocca 55 milioni di euro per Firenze, destinati a edilizia scolastica, impianti sportivi e aree verdi, con l’obiettivo di liberare fondi comunali per il Franchi.
Quel “bonus” è avvenuto proprio mentre il Comune era sotto pressione per la perdita dei fondi originari del PNRR ( che sinceramente io riterrei più giusto utilizzare in modi migliori cin tutto il rispetto per lo Stadio Franchi ), destinati allo stadio appunto. Secondo le opposizioni, quei soldi — benché non esclusivi per il Franchi — rappresentavano una dimostrazione che il governo fosse favorevole a sostenere l’intervento, dunque una giustificazione debole per non dire inesistente per attribuire al governo stesso la responsabilità dei ritardi
In questo contesto, il consigliere Massimo Sabatini (Lista Schmidt) come già accennato ha più volte anticipato che i ritardi sarebbero scattati: ha fatto sopralluoghi, denunciato la scarsità di personale in cantiere, affermato che lo scavo e le lavorazioni risultavano aumentati rispetto al cronoprogramma originario e che non era materialmente possibile rispettare le scadenze.
Lo ha detto in video su Facebook (ad esempio: “ritardo secco di sei mesi”) e in interrogazioni al Comune.
Le sue segnalazioni, finora, sono state respinte o disattese dal Comune che rivendica un’evoluzione che giustifichi il piano di variante e assicura che le criticità siano in corso di gestione
Ora la richiesta del centrodestra è chiara: che Funaro si assuma le sue responsabilità in aula, che consegni il cronoprogramma con scadenze certe, che risponda su ritardi e oneri aggiuntivi.
Essendo titolare della delega alle grandi opere, non può liquidare le accuse come “pressioni politiche”: quelle stesse deleghe implicano che, se i tempi non vengono rispettati, le motivazioni siano ricercate dentro Palazzo Vecchio, non altrove.
Le opposizioni hanno formalizzato interrogazioni, mozioni e pressioni costanti su quel fronte, con l’obiettivo dichiarato di farne tema centrale nelle prossime sedute consiliari
È improbabile che Funaro si dimetta o subisca una mozione di sfiducia (non dispone della maggioranza in consiglio per farla passare), ma agli occhi dei fiorentini questa vicenda può trasformarsi in una vera buccia di banana politica.
La città ha già perdonato ritardi della tramvia, lunghe fasi di caos nel traffico urbano, decenni di promesse sulla sicurezza percepita, lo svuotamento del centro storico, l’invasione dei B&B e persino il controverso “cubo nero” al posto del vecchio Comunale.
Ma toccare la Fiorentina è un’operazione rischiosa: i tifosi possono trasformare l’ira in piazza, come chi sa cosa accadde a Savonarola quando il “giglio” era in pericolo
La Funaro si è tenuta la delega alle grandi opere… e ora le rimane anche quella dell’ “Isola sull’Arno”. Una delega da molti invocata, ma difficile da giocare senza macchiarsi di rinvii e alibi.
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