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Home Attualità

Sanremo 2022 o la Festa dell’Unità?

di Niccolò Nesi
4 Febbraio 2022
In Attualità
8
sanremo 2022
1.1k
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Mia moglie guarda Sanremo 2022, non ne facciamo una tragedia. Io invece stasera avevo in mente idee molto più concrete: comoda felpa, cuffie a deprivazione sensoriale, un bel film di spionaggio sul tablet e un whisky. Mica male vero?

Poi che succede? Mi chiama mio padre e mi chiede: ma questa chi è? La prima risposta è: so una se…, poi mi viene la curiosità di guardarla, accidenti a me. Tale Lorena Cesarini. Segni particolari magra a livelli pericolosi. Dice che faccia l’attrice: mai vista, ma è colpa mia.

Lorena è una mulatta di padre italiano e madre senegalese. Viene chiamata sul palco dell’Ariston perché è bella? No davvero. Perché è brava? Potrebbe sembrare, ma non è così. Viene chiamata perché è mulatta, ha i capelli crespi e ti deve rinfacciare la sua diversità. E ti spara un pippone sul razzismo contornato anche di frignata d’ordinanza. 15 minuti sani di melassa stereotipata. A spese nostre.

Perché è così. Adesso il nazionalpopolare deve essere infarcito di stucchevoli imposizioni di diversamente eterosessuali, calpestatori di fede (la nostra, non le altre che non si può) e di etnie diverse. E te lo devono sbattere in faccia. Devono farti sentire per forza una merda. Ti devono discriminare. Perché alla fine, a te che non te ne frega niente dei gusti sessuali o del colore della pelle, ti fanno sentire un delinquente. Solo perché magari sei bianco (razza nativa italica) e ti piace il sesso opposto. Una roba abbastanza naturale che, fra l’altro, serve pure a procreare.

Guai a te, meschina persona che sei bianca e eterosessuale!

Il razzismo dei diversi

“Io li odio i nazisti dell’Illionis” diceva uno strepitoso John Belushi nel 1980 in I Blues Brothers. E io odio i nazisti del politically correct. I nazisti del razzismo al contrario. Quelli che se tu non la pensi uguale a loro sei diverso. Sei un mostro.

Sì, io sono diverso. Sono bianco e mi piacciono le donne e sono pure cattolico. Guarda un po’! Sono diverso da chi è nero, giallo, rosso, a pallini. Sono diverso da chi è attratto dallo stesso sesso, o da tutte le evoluzioni alfabetiche delle sigle di stimoli sessuali. Sono diverso ma mi faccio allegramente i fatti miei. Non vado a rompere l’anima agli altri. Me ne frego e voglio che chi non la pensa come me se ne freghi di me. Chiedo troppo? Evidentemente sì.

Il Teatro Ariston, così elegantemente illuminato di azzurro, sarebbe stato più coerente con l’inflazionato arcobaleno. Tanto qui non siamo al Festival della Canzone italiana. Siamo a una creatura generata da genitore 1 Festa dell’Unità e genitore 2 GayPride.

E io la devo pure mantenere con il canone della televisione. Come si direbbe a Firenze: un se ne pole più!

Nel frattempo sono le 22.00 e sono state cantate solo 3 canzoni. Al festival della canzone. Giusto per darci un’unità di misura. Menomale che Checco Zalone ha preso il microfono e, pur tamponato da Amadeus, ha dissacrato tutto e tutti questi noiosissimi stereotipi.

Come tralasciare poi l’elegantissimo gesto dell’altrettanto elegante cantante salentina Emma. Dal cognome evocativo. Un gesto così delicato, soave e di assoluto buon gusto. E menomale che la signora (?) Emma, dalle spiccate doti sempre messe in bella mostra, è leccese. Fosse stata fiorentina: l’Emma…

 

Leggi anche: Sanremo, Achille Lauro e un’offesa continua alla nostra cultura

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Tags: FESTIVAL DI SANREMOPRIMO PIANORAZZISMO
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