Salvati da un SOS scritto sulla sabbia

Naufraghi in un'isola deserta, tratti in salvo dalla Marina australiana

SOS

SOS – Pikelot. E chi l’ha mai sentita nominare? È un’isola, o meglio un isolotto, completamente disabitato, a diverse miglia nautiche a sud-est di Guam. Arcipelago della Micronesia; un posto di spiagge fatate e fondali incredibili. Il paradiso per ogni subacqueo.

Chi non ha mai sognato di perdersi in un’isola deserta come queste? A qualcuno però è capitato. E non si sono divertiti per niente.

A bordo di una barca di 7 metri, tre uomini erano partiti dall’atollo di Pulawat tentando di raggiungere Pulap, distante 27 miglia. Non si sa per quale motivo, se avaria o errore umano, sono andati fuori rotta e sono naufragati. Fuori rotta di quasi 120 miglia nautiche, mica pochi metri. Sono più di 220 chilometri.

Non vedendoli tornare alla base, sono stati allertati subito i soccorsi. Dalla vicina Guam che è uno dei più importanti presidi militari USA del Pacifico, sono partiti immediatamente mezzi militari statunitensi e australiani per un recupero all’apparenza disperato.

Dopo tre giorni di ricerche un elicottero ha visto scritto sulla sabba dell’isolotto un gigantesco SOS, come nei film (acronimo di Save Our Souls, salvate le nostre anime).

Hanno subito lanciato generi di conforto e fatto deviare la portaelicotteri Canberra della Royal Australian Navy che stava rientrando in Australia proprio da Guam.

Il Capitano di Vascello al comando della Canberra Terry Morrison si è dichiarato orgoglioso della professionalità del suo equipaggio addestrato per salvare vite ovunque nel mondo.

 

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