Romano Misserville il fascista chi aderì al governo D’Alema

d'alema

Probabilmente molte persone oggi non pensano più al fatto che il primo e l’unico dirigente del Partito Comunista che abbia avuto la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri, ad oggi è ancora soltanto Massimo D’Alema.

Quasi alla fine dello scorso millennio, a pochi giorni da quel fatidico 31 dicembre 1999, che sarebbe stata la porta degli anni 2000 venne formato il governo D’Alema bis. E venne offerta la carica di Sottosegretario alla Difesa ad un senatore del movimento Popolari UDEUR, nato pochi mesi prima. Tale Romano Misserville.

Una figura particolare poiché da qualche tempo era stato espulso da Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini. Ma veniva dai quadri del Movimento Sociale Italiano, ed aveva una lunga storia di militante di destra radicale.
Ancora di più, questa storia Misserville non la nascose né la rinnegò. Definendosi in un’intervista un uomo di destra; paragonando Massimo D’Alema a Giorgio Almirante. E dichiarando il suo rispetto per la figura di Mussolini.

L’intervista lo costringe a fare un passo indietro

Ma la cosa più interessante è che Romano Misserville aveva aderito all’Udeur sperando che l’interessamento di Cossiga a quel riassemblamento portasse in un periodo in cui si era poco prima tentato, proprio con la bicamerale omonima a quel capo di governo di mettere mano alla Costituzione. L’Italia sarebbe diventata praticamente similare alla Francia con un sistema semipresidenziale.

Misserville vedeva in Cossiga il De Gaulle italiano. Capace di picconare la Repubblica dei partiti, e di rivitalizzare un paese che aveva bisogno, che tuttora permane nel bisogno, di una ristrutturazione dell’impianto costituzionale.

Una semplicista erudizione lo voleva quale un voltagabbana o puttano della politica. Come anche lo definì Gianfranco Fini. Ma ascoltando le sue ragioni e vedendo le sterzate successive del futuro Presidente della Camera probabilmente il giudicato avrebbe potuto rivolgere il giudizio al giudicante.

 

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