Rom a Torre Maura, trasferimenti al via tra calci e parole pesanti

Continuano le tensioni a Torre Maura, alla periferia di Roma, mentre cominciano i trasferimenti dei primi migranti sui pulmini della polizia. Il centro di via dei Codirossoni da ieri è stato bersaglio della protesta degli abitanti della zona. «Abbiamo vinto. Qui a Torre Maura i nomadi non devono più mettere piede», è stato detto dai manifestanti ai megafoni tra gli applausi di decine di persone, soprattutto famiglie. 

Uno dei residenti che stanno manifestando davanti alla struttura ha urlato contro uno dei nomadi dall’altra parte del cancello: «Scimmia di m… te ne devi andare, esci fuori che ti ammazzo», mentre un altro ha aggiunto gridando: «Dobbiamo bruciarli vivi». E alla risposta del nomade, che ha detto urlando «Si si ce ne andiamo», i manifestanti hanno cominciato a intonare cori mentre alcuni ragazzi si sono arrampicati sui muretti per aggiungersi agli slogan.

Calci e manate dai manifestanti contro il pulmino, con a bordo nove nomadi, che ha lasciato il centro. In seguito una ventina di persone ha intonato l’inno d’Italia facendo il saluto romano. 

Tra applausi e cori è esplosa anche una bomba carta sul retro della struttura, in via Paolo Savi. I residenti stanno gridando insieme ai rappresentanti di CasaPound e Forza Nuova contro gli ospiti affacciati alle finestre. Un clima di esasperazione su cui occorre riflettere a fondo, per individuare le cause e porvi rimedio. Anni di caos buonista hanno portato gli italiani a non poterne più, la reazione rischia di essere eccessiva, come nel caso in questione in cui una manifestazione di dissenso è sfuggita di mano.

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