Commisso spara contro la burocrazia comunale fiorentina

Rocco Commisso non pare avere un buon rapporto con le dinamiche del nostro paese, troppo lente e farraginose quando si parla di nuovi progetti e spara a zero contro la burocrazia comunale fiorentina.

Commisso

Il punto sullo Stadio Franchi
“Come sapete il primo mese abbiamo cominciato subito a fare qualcosa con il Campo di Marte, l’Artemio Franchi è un’istituzione a Firenze. Abbiamo appreso dai giornali che le curve non si possono abbattere. Qui non si possono fare cose che a Bologna, a 100 chilometri da qui si possono fare“. Il riferimento è ai progetti di riammodernamento del Franchi che circolano da mesi.

La prima frecciata a Nardella
Commisso esprime un giudizio molto duro sulle condizioni dello stadio storico di Firenze: “Questo stadio è una porcheria per come è mantenuto, nessuno si offenda. In estate Joe Barone mi chiamò e mi disse che non si poteva giocare in questo stadio”.

Commisso ha poi negato di aver incaricato l’architetto  Casamonti per un progetto di restyling del Franchi come era stato invece ventilato nei giorni scorsi nel Tg Regionale di Rai 3. Ne avevamo parlato qui

Non porterò la squadra a Lucca o a Torino
Opzione alternativa al riammodernamento del Franchi sarebbe il tanto sospirato nuovo stadio nella area Mercafir.

Ma tale area sarebbe venduta a peso d’oro dal Comune, così la presidenza viola nei mesi scorsi ha sondato altre soluzioni e ha concluso che ce ne sarebbero: Scandicci, Sesto Fiorentino o Campi Bisenzio (“lì c’è un prezzo molto più basso della Mercafir” dice il patron viola), con Commisso che assicura di non voler fare come accade negli Stati Uniti dove alcune squadre giocano in città e stati diversi.

“La intenzione di fare lo stadio è esistita dal primo giorno e speriamo che si può fare a Firenze. Però le cose dovrebbero essere giuste. Non porterò la squadra a giocare a Lucca o a Torino” ha concluso ridendo il Presidente Commisso.

Questa è parsa ai più una frecciata nemmeno tanto velata alla amministrazione fiorentina che ha chiesto una cifra troppo alta per l’area Mercafir, più di 22 milioni di Euro. La storia di quel progetto di stadio è sicuramente tra i più sofferti che la storia del calcio italiano ricordi, nelle tante varianti di questi mesi.

“Abbiamo cominciato con l’ipotesi Mercafir e più tempo è passato, più ho pensato non fosse una situazione ottimale, anche per i 22 milioni e dopo abbiamo visto che ci sono altri costi che non sono stati considerati, come la questione aperta dell’Imu. Aspettiamo il bando, spero che la città rivaluti la questione, vediamo cosa esce fuori nei limiti della legge. Il calcio è un patrimonio per Firenze e l’Italia, come la moda, il turismo, gli Uffizi. La città deve aiutare a portare avanti questo patrimonio”
Per stare in alto bisogna avere infrastrutture. Bisogna avere uno stadio che ci porti ricavi, specie il giorno della partita”.


Il Comune deve aiutarci a raggiungere i successi.
A questo punto il patron viola ha voluto fare il paragone con le amministrazioni cittadine statunitensi molto aperte alle nuove realtà infrastrutturali e commerciali rispetto a quella fiorentina che pare troppo arroccata sulle sue posizioni, anche più di altre italiane.
“Lo Yankee Stadium è costato 2,3 miliardi. Più di 600 milioni sono stati dati dal Comune, mentre più di un miliardo è arrivato da fondi pubblici e concessioni.  Speriamo di poter fare il nuovo stadio qui a Firenze, sia a concessione come l’Udinese o a bassi costi come ha fatto il Sassuolo che ha comprato lo stadio per 4 milioni, spendendone altri 8: 12 milioni per uno stadio di proprietà. A Bologna mi hanno detto che la città darà 85 milioni al club per il progetto e 30 milioni per incentivare i Saputo a restare al Dall’Ara. La perizia per la Juventus è stata di 25 milioni per 35 ettari. Quella per Firenze è invece di 22 milioni, è il doppio “.

Non la manda a dire Rocco, per spronare le istituzioni cittadine a fare di più  e non solo a parole.
“C’è bisogno dell’aiuto da parte di chi rappresenta i cittadini. Ci sono molti modi per arrivare a una soluzione, anche se ritengo troppo alti i 22 milioni. Devo capire varie cose, come la situazione relativa all’Imu. Siccome il bando è pubblico, io devo guardare, da oggi, altre opzioni perché non sono sicuro di vincerlo. Ci sono Campi Bisenzio, Castello, Sesto Fiorentino, Caldine, Scandicci, Bagno a Ripoli, Coverciano, Gonzaga, Ugnano”.

L’Ipotesi Stadio a Bagno a Ripoli pare impraticabile
Dopo l’incontro con il sindaco di Bagno a Ripoli, il Presidente Viola ha ancora parlato del progetto del centro sportivo: “Fino ad oggi tutto è stato fast, abbiamo acquistato i 25 ettari di terreno a prezzi giusti e siamo contenti dell’accoglienza che ci è stata data dal Comune. Tutti stanno lavorando veloce per poter iniziare i lavori entro la metà di settembre. Questo è un grandissimo investimento, si arriverà come minimo a 70 milioni. Lo stadio? Si va avanti e speriamo che la politica ci aiuti. In Italia ci sono troppi poteri, ognuno ha il suo titolo e le sue esigenze. Ho incontrato più volte i sindaci qui in 6 mesi, che in America in 25 anni.”

“Lo stadio a Bagno a Ripoli? Io lo farei e abbiamo anche l’opzione di comprare ancora più ettari, ma mi è stato detto che qui non è possibile”.

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