Roberto Cavalli da grandeur al rischio chiusura: chiesto concordato preventivo

Il consiglio di amministrazione di Roberto Cavalli per salvaguardare l’operatività e la continuità aziendale ha deciso all’unanimità di presentare al Tribunale di Milano una domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità. Il cda della maison ha inoltre preso atto del proseguimento dei contatti in corso fra gli attuali azionisti e alcuni soggetti che hanno manifestato interesse “per un possibile intervento per dotare la società delle risorse necessarie al superamento dell’attuale stato di tensione finanziaria”, si spiega dalla società.

Attraverso la domanda di concordato preventivo la società “intende avvalersi di uno strumento giuridico appositamente predisposto dal legislatore per poter gestire e superare fasi di criticità attraverso procedure ben definite che potrebbero anche comportare per la società la sospensione di alcune attività in Paesi esteri”.
 
Il Tribunale nell’esaminare la richiesta stabilirà il periodo di durata del procedimento durante il quale la società manterrà aperto il confronto con tutti i soggetti e le autorità preposte per definire i dettagli delle eventuali iniziative da assumere.
 
Il marchio ha vissuto anni travagliati, passando dalla grandeur al rischio di chiusura odierno. Nel 2015 il fondo Clessidra di Claudio Esposito acquisì il 90% dell’azienda (il restante 10% rimase a Roberto Cavalli). Si stimò che la transazione fu chiusa a circa 390 milioni, pari a un multiplo di 16 volte l’ebitda 2014, quando il fatturato era arrivato a 210 milioni, in crescita di oltre il 5% rispetto al 2013.
 
La squadra sembrava ottima: presidente fu nominato Francesco Trapani, all’epoca vicepresidente esecutivo di Clessidra, dopo essere stato per 25 anni amministratore delegato di Bulgari. Il potenziale percorso di crescita a fianco di Clessidra subì una prima battuta d’arresto nel gennaio 2016, con la scomparsa prematura di Claudio Sposito, a soli 60 anni. Alla fine dello stesso anno Trapani lasciò il fondo. Il calo di fatturato seguito al vuoto creatosi nei vertici è stato tremendo: -25% negli ultimi anni.  
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