Ritornano i turchi

È veramente impensabile che su quella che l’Italia considerava la sua quarta sponda, non solo per un retaggio coloniale, ma anche soprattutto poiché la Costa Mediterranea del Nord Africa è strategicamente fondamentale per la sicurezza italiana si riaffaccino dopo oltre un secolo gli eredi degli ottomani.
Ed è inammissibile , che l’Italia non abbia un ruolo, non dica la sua, non guardi ad i suoi interessi almeno per la cosiddetta difesa in profondità.
Il problema certo investe anche ulteriori nuovi flussi di clandestini, di profughi e di tutto quello che può partire dalla Libia verso di noi, ma è geopoliticamente legato alla stessa costante sicurezza dell’Italia che è la porta d’ingresso d’Europa ed in una situazione di perenne instabilità dei paesi costieri del nordafrica è costretta, come tutti gli altri paesi che affacciano sul Mediterraneo,a subirne le conseguenze.
Oggi la Turchia ha ripreso una grande capacità di iniziativa in politica estera, autorevolezza , ed una grande affidabilità rispetto al suo saper mantenere gli impegni di grande potenza.
Erdogan ha saputo dimostrare non solo di essere capace di arginare e controllare il fronte interno di opposizione , ma anche e soprattutto di poter difendere persino manu militari gli interessi turchi di fronte a qualunque avversario .
Nessuno ha il diritto di criticare un paese perché difende i propri interessi. È lecito e morale deplorare l’uso della forza, quando questa non è accompagnata dalla ragione né mitigata dal buon senso.
Ma chiunque conservi un briciolo di onestà intellettuale, non può pensare di avere ragione se muove ad uno stato un qualsivoglia rimprovero, quando questo agisce portando avanti coscientemente una politica che ne garantisce la sicurezza, il mantenimento dei suoi interessi fondamentali e getta le basi di una grandezza superiore.
Mentre è invece doveroso indignarsi per l’incapacità di un paese, in specie se si tratta del proprio, di difendere i propri interessi.
L’Italia non può rimanere a guardare quello che succede in Libia, sarebbe quasi come se gli americani restassero a guardare cosa succede in Quebec o in Messico, nel caso una potenza straniera volesse acquartierarvi degli eserciti col proposito di ristabilire l’ordine, ma con il fine di acquistare importanza strategica. L’Italia è obbligata ad avere un governo amico dall’altra parte del Mediterraneo. Centotto anni fa sottraevamo la Libia ha l’influenza turca, ora i turchi tornano a riprendersi influenza proprio in quell’aria. Torniamo al 1910 con una Turchia che riprende un ruolo importante nel Mediterraneo.
In politica estera le linee-guida non invecchiano mai, e ciò che è giusto permane giusto nei secoli.
Oltre duemila anni fa venne creato il termine Mare Nostrum.
Noi non possiamo essere spettatori nel Mediterraneo, se l’Italia vuole veramente il suo suicidio tra le nazioni resti a guardare quello che accade in Libia e consenta alla Turchia di acquisire un’influenza ed un ruolo di stabilizzatore che dovrebbe essere il nostro.
Resti a guardare e getterà le basi del suo inarrestabile declino.

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