Ristoranti, green pass e odiatori di professione

Green pass

Pochi giorni fa scrissi del famigerato green pass e delle due fazioni di tifosi contrapposti: vax e no vax (qui l’articolo). Come sempre succede, c’è una parte che silenziosamente continua a fare la propria vita, e l’altra (di solito in netta minoranza), che urla. Che minaccia, insulta e ha un comportamento dittatoriale.

Indovinate un po’ quale parte è? A quale schieramento appartengono i leoni da tastiera? Gli odiatori di professione? Già, proprio a quello. E adesso se la rifanno con i ristoratori che, volenti o nolenti cercano di adeguare la propria offerta al mercato. Magari facendo, giustamente, anche un po’ di profitto.

Salento

A Lecce un ristoratore pubblica sul proprio social media (che Dio li stramaledica) che sarà richiesta la presentazione del green pass.

Apriti cielo! Una pioggia di commenti negativi sui motori di ricerca della ristorazione. Commenti di gente che nemmeno ci è mai stata a mangiare. Con il conseguente crollo delle preferenze. E questo sarebbe il meno.

La parte più grave sono gli insulti e, peggio ancora, le minacce che il ristoratore ha ricevuto. Alcune talmente gravi che il poveruomo in questione ha dovuto rivolgersi alla Digos in cerca di protezione

Toscana

Cosa analoga è avvenuta a Viareggio in provincia di Lucca. Un ristoratore ha pubblicato che chiunque si presenterà col green pass, avrà uno sconto sulle bevute pari al 10%.

Anche qui il ruggito dei conigli non si è fatto attendere. Veloce e implacabile. Prima le solite centinaia di recensioni negative. Poi insulti e minacce. Insomma il solito copione già visto a Lecce. Hater da green pass prima lezione, comprensiva di starter pack.

Non ho le competenze e la preparazione necessaria a prendere le difese di chi si vaccina e di chi non vuole. Ci penseranno illustri scienziati e esperti di diritto. La posizione però la prendo nei confronti di chi, al sicuro a casa propria nascosto dal monitor del proprio smartphone, non ha altro messaggio da far passare se non l’odio, la violenza verbale e la spiccata tendenza al totalitarismo di pensiero.

 

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