Riflessione sulla diffusione dell’odio antiebraico e l’ispirazione dietro la strage di Sydney
Certo, la responsabilità di un atto criminale è sempre soggettiva, almeno per quanto riguarda il gesto nella sua più brutale perpetrazione.
Ed è chiaro che in Australia si identificano due colpevoli e un eroe che ha strappato loro il fucile di mano.
C’è però da fare una considerazione molto profonda, che deve indurre a riflettere: sebbene i gesti criminali siano indubbiamente una responsabilità individuale, esiste un ispiratore
Lucidamente, Hitler comprese che il sentimento antiebraico era in Germania un sentimento profondamente radicato. Bastò risvegliarlo in un momento critico e quel sentimento divenne una droga potente per inebriare le folle.
L’antisemitismo, tuttavia, non era radicato solo ed esclusivamente in Germania. È vero che Martin Lutero scrisse “Degli ebrei e delle loro menzogne” e che il protestantesimo fu sicuramente pervaso da una certa infatuazione, ma anche l’Est Europa e, in parte, i paesi cattolici subivano tale fascinazione.
Dopo il secondo conflitto mondiale, si dovette prendere atto di quello a cui avevano portato quelle idee
Però poi è successo qualcosa. È nato non l’antisemitismo, ma l’antisionismo. Intendiamoci: si vorrebbe che i due termini assumessero significati diversi, ma in realtà, di fatto, ne assumono un medesimo. E, per essere più precisi, questo significato ricade nell’odio verso gli ebrei.
Terribilmente, una certa sinistra terzomondista, tra l’altro egemone nel campo culturale, ha sposato l’idea balzana che Israele sia una specie di stato coloniale, uno stato di apartheid, gestito da una minoranza bianca per opprimere gli abitanti autoctoni
E questa narrazione, che in sé porta tutti i difetti dell’oicofobia, ha offerto una magnifica opportunità per accreditare nuovamente l’antisemitismo come politicamente corretto.
Si solleva un clamore esagerato su presunte rifondazioni fasciste, si taccia chiunque di razzista, si abbattono monumenti e, allo stesso tempo, viene permesso di ritornare in auge a una corrente di pensiero che ha provocato milioni di morti..
Tutto ciò è promosso da quella stessa cultura egemone di sinistra che ha armato la penna e la voce, e che purtroppo non può dirsi estranea all’ispirazione di certi gesti
Ricordiamo il caso delle due ragazze lesbiche di sinistra in Australia che volevano avere un figlio: trovarono una persona disponibile ad aiutarle e andò tutto bene, finché non scoprirono che era ebreo, e allora si rifiutarono. Pensiamo ai medicinali per malati oncologici buttati perché provenienti da Israele proprio qui in Toscana.
Pensiamo a quell’inglese che rifiutava trasfusioni di sangue da un ebreo
Tutti gesti ispirati da un pensiero che sta riprendendo vita.
Nessuno disse apertamente che bisognava uccidere gli ebrei. Film come “Jud Süß”, articoli di giornale e una propaganda martellante dipinsero gli ebrei come i nemici: come coloro che facevano del male alle persone innocenti, come i profittatori che fomentavano le guerre.
Sostanzialmente, tolsero l’umanità agli ebrei, e quando una persona non viene più vista come umana, l’omicidio smette di essere tale per le masse
Non c’è forse un sindaco in Toscana che ha dichiarato che i sionisti vanno cacciati dal suo partito? Per caso è stato espulso?
E
siste quindi una complicità e una colpevolezza, e quando Netanyahu afferma che questo clima d’odio è sostanzialmente responsabile di certi gesti, non dice affatto una cosa campata in aria.
La morte è stata inflitta a quelle persone da due assassini, ma qualcun altro è responsabile di ispirare certi gesti. Pensiamo, ad esempio, a tutti coloro che andranno ancora a dire: “Sì, magari è una cosa orribile, però pensiamo a quello che succede a Gaza”, oppure a tutti quelli che affermano che Israele applica le stesse politiche della Germania nazista, o ancora a quelli che raccontano che i terroristi sono come i partigiani di ieri
Il sangue non è solo ed esclusivamente sulle mani degli esecutori, ma anche su quelle di chi dà dignità intellettuale a sentimenti di odio e difende i terroristi.
Sono della stessa pasta degli attentatori, ad esempio, anche coloro che hanno strappato dalle mani di una ragazza un cartello che condannava gli stupri di Hamas proprio qui a Firenze
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