Il paese non ce la fa più. È un dato di fatto. La gente non è più scoraggiata: è disperata, esasperata, infuriata.
Quando un sindacato di polizia dice gli agenti si sono dovuti difendere da persone alla disperazione, non esiste prova più certa che il popolo non ce la fa più. Bisogna riaprire. Tornare alla normalità.
La politica deve avere il coraggio di scegliere. E scegliere significa decidere, non esitare per restare a metà del guado. Dispositivi di protezione individuale, distanziamento, controlli efficaci e sanzioni severe. Va bene tutto, accettiamo tutto.
Ma bisogna dare una possibilità al popolo italiano, che è nella sua volontà di rinascita di questo paese: non lo si può tenere in ginocchio.
Guardate bene l’Italia: è devastata, il popolo è allo stremo. Ed un popolo allo stremato può diventare pericoloso perché è un popolo che perde fiducia nelle istituzioni. E crede che la soluzione sia ricorrere ad altri mezzi.
Il decreto deve avere più coraggio
Un coprifuoco alle 22 la sera fino al 31 luglio non sarebbe giustificato neanche dallo Stato di guerra. Chiudere il paese non serve a niente: bisogna tornare subito alla normalità. Ovviamente in sicurezza, con DPI e restrizioni, ma normalità sia. L’economia deve riprendere; i soldi debbono tornare a circolare.
Se non riapriamo uccidiamo tutto quel tessuto sociale che da anni sta faticando, che sta lottando per arrivare alla fine del mese. L’impoverimento della classe media è il suicidio del paese. Il tracollo per la nostra democrazia.
Non dobbiamo sottovalutare la pandemia, ma non dobbiamo permettere che la pandemia uccida le speranze di chi ha lavorato per una vita, di chi ha costruito qualcosa.
Riaprire è l’unica via per la salvezza.
La politica ha un dovere assoluto: non esitare nel momento del bisogno.
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