Regionali Toscana: la sinistra non può permettersi di perderle (anche se ci sta provando)

Ormai i due candidati Ceccardi e Giani sono alla pari

eugenio giani

Regionali Toscana – Un mese fa uscì un sondaggio che vedeva la distanza fra il candidato governatore PD Giani e la leghista Ceccardi a pochi punti. 6 per l’esattezza.

Si era pensato ad un sondaggio pilotato dalla sinistra che, non avendo più numeri schiaccianti come un tempo, volesse fare una sorta di chiamata alle armi verso i suoi irriducibili. Come a dire: se non votiamo tutti questi fascioleghisti ci fanno le scarpe.

E invece i sondaggi continuano e la situazione, per la sinistra, si fa sempre più rovente. L’ultimo fatto vede la totalità del centrodestra al 43% contro il 42,5% della parte sinistra. Per una regione storicamente rossa, non c’è da stare proprio allegri (loro).

Quando il PD propose Eugenio Giani come candidato Governatore, le battute che circolavano negli ambienti fascioleghisti erano tra le più disparate: da “il nuovo che avanza” a “il miglior candidato che il centrodestra potesse avere”.

Giani 30 anni fa

In effetti, guardando gli slogan odierni di Giani, non ci sarebbe un grosso ricambio di idee. Lo slogan di 30 anni fa è pari pari quello di oggi. Tranne forse quelli in cui diceva che la Ceccardi fosse al guinzaglio di Salvini.

La Susanna da Cascina, estremamente svelta di testa, non si è lasciata sfuggire l’occasione: mi stai dando della cagna? 1-0

Al primo confronto pubblico poi gli ha dato la stoccata finale: Eugenio, ti perdono. Da lì in poi la partita era già segnata.

Se poi tutto questo viene unito alla stanchezza generalizzata verso una sinistra floscia e annacquata nei pentastellati, si capisce che anche gli irriducibili non possono fare troppi miracoli.

Una cosa è certa. Perdere la Toscana alle prossime regionali, significherebbe un terremoto a livello nazionale. Con forti ripercussioni anche a livello governativo. La Toscana in mano alla destra, anzi a Salvini, vorrebbe praticamente dire elezioni anticipate.

A Giani non resterebbe che buttarsi in Arno.

 

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