Recovery Fund, Conte ha fatto come i pifferi di montagna

Il Premier è andato a Bruxelles per suonarle ed è tornato a casa suonato

Adesso faranno passare l’accordo sul Recovery Fund come una grande vittoria. Conte verrà osannato come uno statista di livello mondiale, il nuovo De Gasperi. L’Europa unita verrà dipinta come un esempio di solidarietà, coesione e unità d’intenti. Faranno tutto questo, ma sappiate che la realtà è totalmente diversa. Anzi, la realtà è proprio l’opposto di quella raccontata. Vediamo perché.

I TERMINI DELL’ACCORDO

L’accordo definitivo porterà 209 miliardi all’Italia di cui 82 di sussidi e 127 di prestiti. La proposta iniziale prevedeva 173 miliardi di cui 85 di sussidi e 88 di prestiti. L’aumento del totale è di 35 miliardi, con un calo dei sussidi di 3 miliardi e un aumento dei prestiti di 38. Un rimodulazione, quindi, con un aumento che verrà spacciato come una grande conquista italiana. Ma che, invece, è il cappio dell’Europa messo intorno al collo della nostra nazione.  Non ci credete? E allora fatevi una semplice domanda. Come mai i cosiddetti “Paesi frugali” che si erano opposti al piano originario adesso sono tutti soddisfatti del nuovo accordo, sebbene l’Italia abbia ottenuto più soldi? Come direbbe Marzullo, fatevi questa domanda e datevi anche la risposta.

IL CAPPIO

Conte assomiglia sempre più ad un cliente che ha impellente bisogno di un prestito ed entra in una finanziaria di cui ha visto la pubblicità sul giornale. Entra convinto di prendere un certa cifra ad un tasso bassissimo, quasi irrisorio. E poi esce con un finanziamento per il doppio della cifra richiesta e al triplo del tasso offerto nella pubblicità. Questo è quello che è successo in questi giorni a Bruxelles. Conte è andato sicuro di spuntarla, forte dell’accordo con Merkel e Macron. E invece se n’è tornato a casa con la fregatura come il cliente della finanziaria. Insomma, ha fatto proprio come i pifferi di montagna. Che scesero a valle per suonare e se ne tornarono a casa suonati.

QUELLO CHE NON VI DICONO

Quello che non vi dicono è che più alta è la percentuale dei prestiti rispetto alle sovvenzioni, più stringenti saranno le condizioni imposte all’Italia. Già con le sovvenzioni le condizioni sarebbero state capestro. Ma con l’aumento del 40% dei prestiti aumenteranno i costi per interessi. E diminuirà ulteriormente l’indipendenza e la nostra sovranità sui bilanci. Insomma, se non c’era da stare allegri prima di questo accordo adesso dobbiamo preoccuparci. Ma la cosa più grottesca è che Conte da quattro giorni tenta di elemosinare soldi che sono dell’Italia in qualità di contributore dell’UE. Per farci dare soldi nostri, Giuseppi, accetta anche che gli venga detto come e dove spenderli! Se non ci fosse da piangere ci sarebbe davvero da ridere.

E ORA?

Ora la strada è ancora lunga, se tutto va bene i soldi arriveranno nella prima metà del 2021 e per l’Italia inizierà un altro periodo in cui il governo verrà di fatto commissariato da Bruxelles e messo costantemente sotto esame. Un nuovo caso Grecia, magari con una copertina più carina e delicata, ma altrettanto duro e iniquo nella sostanza. E tutto questo, ripetiamolo, per avere dei soldi nostri.

 

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