Ragazzo morto in un incidente stradale. Ma la colpa è del lavoro

incidente

La cronaca racconta di un incidente stradale in cui muore un ragazzo di 16 anni. Il conducente del furgone su cui viaggiavano rimane ferito. Del ragazzo sappiamo tutto: nome, cognome, età, ma soprattutto che stava facendo uno stage formativo. Un corso di accompagnamento al lavoro, per dirla con termini moderni e inutilmente burocratici.

Quando un ragazzo di 16 muore è sempre una tragedia. A prescindere. Ma la tragedia maggiore è lo sciacallaggio mediatico che si sta muovendo intorno a questa morte. Giornali, politici e sindacati si stanno riempiendo la bocca, e come sempre sono sul piede di guerra.

Ho letto e sentito anche di inutili paragoni con il diciottenne di Udine morto, lui sì, sul lavoro il 20 gennaio. Ma le due cose non sono minimamente paragonabili. Questo povero ragazzo era in un furgone, e c’è stato un incidente stradale. Mortale. I biechi approfittatori di sciagure dovrebbero fare tutti un passo indietro. Ma ne faranno tre in avanti, statene certi.

Ora spero solo che durante l’autopsia non risulti che Giuseppe (così si chiamava) fosse stato positivo al corona virus. Altrimenti ci sarebbe il doppio salto mortale: da incidente stradale, a morte sul luogo di lavoro, a morte per covid. Come vederlo.

Dannati monopattini

La vera piaga delle strade sono invece i monopattini. Mezzi pericolosissimi, non regolamentati e guidati in maniera totalmente scriteriata.

Ieri sera a Trezzano nel milanese, un marocchino di 39 anni alla guida di una di queste trappole elettriche, ha cambiato direzione all’improvviso. Ha invaso la corsia opposta. Una moto guidata da un sessantenne italiano che veniva nella direzione opposta non ce l’ha fatta a evitarlo. Risultato? Morti entrambi.

Perché se guidi un monopattino e ti ammazzi, una prece. Ma se ammazzi un altro che sta andando normalmente seguendo il codice della strada, allora dobbiamo porci delle domande.

Ma siccome durante il Governo Conte/Arcuri sono stati firmati contratti per queste bare su due ruote, bisogna stare tutti zitti.

 

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