Rackete vs Palamara

Un tempo gli italiani erano formidabili a salire sul carro dei vincitori: la Guerra Mondiale ne è testimone. Adesso invece del carro va di moda salire su una barca, se poi questa barca e il suo capitano (titolo al maschile, benché donna, non me ne voglia la BoldrinA) violano una manciata di leggi tra cui favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e resistenza e violenza contro nave da guerra, tanto meglio. 

Ed ecco che i vari Del Rio e sinistra (ma molto chic) compagnia, salgono a bordo del vascello che ha stazionato a largo di Lampedusa per due settimane.

Parlamentari che hanno deliberatamente screditato la propria Nazione e che dovrebbero finire in galera!

Per inciso, in quel lasso di tempo avrebbe potuto benissimo arrivare sulle coste olandesi: nazione in cui il natante è immatricolato. Peccato che gli olandesi abbiano detto: col ca@@o!

Adesso la signora Carola Rackete, dopo aver speronato una motovedetta della GdF (tentato naufragio) è in stato d’arresto e rischia fino a 10 anni di reclusione – magari – e il diritto vorrebbe che la Sea Watch 3 venisse affondata. 

Spero proprio che Salvini faccia entrambe le cose: niente più Sea Watch, niente più scorribande illegali nel Mediterraneo. Spero ma ci credo poco: ci vorrebbero tante, ma tante palle.

E questa grancassa mediatica altro non fa che distogliere l’attenzione da quel galantuomo di Palamara e di tutta la cricca degli amichetti suoi. Situazione di estrema scomodità e imbarazzo per il PD e il suo macrocosmo. 

Come sempre in Italia l’informazione, che è in mano alla sinistra, getta fumo negli occhi al popolo per farlo guardare da un’altra parte. 

 

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