Putin alza la cornetta, Biden prende tempo ma non riattacca. Trattative a due

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Non è possibile che le proposte di Putin dal Cremlino vengano accettate tout court ed in maniera assoluta. Ma questo non lo pensa neanche Putin. Però ha iniziato un negoziato chiaro, con un interlocuzione diretta. Un negoziato a due che certo non può dispiacere troppo al vecchio zio Joe. Anche se va mortificare un Europa, in fondo prima responsabile dell’essere il nulla in politica estera. Perché palesa di non essere un attore unitario ed autorevole.

Lo Zar dei nostri tempi non gli sta parlando per tramite Xi Jinping. Certo alla Repubblica Popolare la Russia è molto vicina, ma nulla nella proposta di Putin si sta interponendo ad un’interlocuzione diretta. Che va a tutto vantaggio della Casa Bianca.

Eh sì perché ci sono tre fronti che si potrebbero aprire nell’immediato, e sui quali Washington ha bisogno di giocare eventualmente partite differenziate più che un’unica sfida simultanea.

Il fronte europeo

Il primo è l’Europa, dove c’è la questione della Russia che non vuole un allargamento della NATO ed ammassa truppe al confine ucraino.

La seconda situazione è una reviviscenza in Medio Oriente della potenza iraniana, che sicuramente gli Stati Uniti non vogliono trovarsi a dover fronteggiare in questo momento. Ma al contempo non potranno comunque ragionevolmente abbandonare lo scenario mediorientale. Dovendo garantire alleati strategici ed importanti e soprattutto non potranno mai permettersi di abbandonare Israele. Situazione che porterà all’impegno di ingenti truppe presenti sul territorio come deterrente. Ed in quel contesto Washington troverà probabilmente anche un sostegno da parte degli Stati che compongono il patto dell’Alleanza Atlantica.

La Cina

Poi c’è lo scenario cinese, per garantire l’indipendenza di Taiwan. Dove sicuramente l’India e l’Australia possono essere alleati strategicamente importanti; ma per scoraggiare Pechino servirà una presenza massiccia di uomini e mezzi.

Non meramente nel caso di un’invasione di Taiwan, dove Biden si è detto disposto ad inviare truppe (siamo scettici che lo farà davvero). Ma perché comunque il contenimento del dragone è un’esigenza impellente per non soccombere ad una potenza che ormai rischia di superare nell’arco di un decennio quella statunitense.

Ed è quindi chiaro che lo scenario di un ampio schieramento di forze in Europa per contenere anche la Russia diventa insostenibile. Anche e soprattutto perché Cina e Russia vanno divise, per avere qualche possibilità di prevalere nel lungo periodo.

Non è ipotizzabile che gli americani possano permettersi di schierare ingenti forze per contenere Putin nell’est Europa e soprattutto in Ucraina. Questo penalizzerebbe fortemente tutti gli altri scenari. La Germania ha sempre temuto, e perso la guerra su due fronti. Su tre sarebbe insostenibile per lo zio Sam, e questo il vecchio Sleepy Joe lo sa molto bene.

Questi negoziati sono una manna dal cielo oltre Atlantico. Ovviamente gli americani non diranno sì incondizionatamente a tutte le richieste di Putin, ma inizieranno a trattare con lui. Perché un minor impegno con reciproche garanzie in Europa tranquillizzerebbe gli alleati anche per fornire appoggi importanti almeno in medioriente consentendo così agli americani di concentrarsi sul contenimento cinese, obiettivo primario ed irrinunciabile.

 

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