Progressisti e oscurantisti

Progressisti oscurantisti.La cancel culture è arrivata anche da noi.
Non bastava buttare giù le statue del generale Lee negli Stati Uniti d’America. Prendersela con Cristoforo Colombo. Disprezzare Charles Dickens. Mettere all’indice, peggio dei peggiori inquisitori, i libri di autori considerati razzisti. Non era sufficiente che il mondo anglosassone fosse stravolto da questa tempesta.

Copiamo sempre il peggio

In Italia bisogna sempre prendere il peggio dell’estero. Forse perché veramente il carattere internazionalista della sinistra, la porta a recepire come una spugna tutto quello che viene fatto nel paese di riferimento. Basta che il paese al quale riferirsi non sia mai l’Italia.

Ora la disprezzano, ma negli anni ottanta volavano a Mosca. Al tempo il riferimento era l’Unione sovietica. Oggi sembrano essere diventati gli Stati Uniti. In verità un certo tipo di Stati Uniti.Quelli appunto che ha abbattono le statue, inneggiano alla colpa bianca ed al progressismo più militante.

Cominciamo anche qui

Dunque adesso ce la prendiamo con Amedeo di Savoia Duca d’Aosta. Uno degli ultimi eroi nazionali. Addirittura un insegnante, propone di cambiare nome ad un istituto scolastico a lui intitolato.

Io non sono certo monarchico. Anzi i miei sentimenti sono abbastanza ostili verso la monarchia. Ma qui stiamo veramente puntando all’assurdo.

In un periodo di profonda sofferenza, e di crisi sociale diffusa tutti i consigli comunali sembrano non aver altra priorità che togliere la cittadinanza a onoraria Benito Mussolini. Per carità capisco le ragioni politiche e di opportunità . Ma sembra essere presi da una psicosi collettiva.

La storia è la storia

Sicuramente Amedeo di Savoia rappresenta la monarchia. Ma l’Italia nella sua storia è stata anche regno.

L’Italia è stata fatta dalla monarchia sabauda. Che piaccia o non piaccia il padre della patria è Vittorio Emanuele II.

Che dobbiamo fare? Limare ogni riferimento sui libri di storia? Visto che siamo Repubblica abbattere le statue del primo re d’Italia?

Dobbiamo dimenticare che il padre di Amedeo, Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta fu l’unico generale italiano invitto del primo conflitto mondiale?

Vogliamo anche negare l’incontro di Teano dove Garibaldi disse obbedisco al re d’Italia?

Magari lo sostituiamo con una favoletta. L’eroe dei due mondi che grida in faccia a Vittorio Emanuele :Viva la Repubblica. Ed insegniamo ai bambini che per questo fini la sua vita in esilio a Caprera. Magari inventiamo anche che fu incatenato.

La storia va rispettata per come è.

Sempre il fascismo

Tutti coloro che sono vissuti in epoca fascista, non possono essere considerati responsabili del regime. Come non possono essere considerati responsabili dei crimini dello stato sovietico, i russi vissero sotto il comunismo.

Ci sono figure intellettuali come Luigi Pirandello, che ebbero grande rilievo durante il regime. Figure come Gabriele D’Annunzio. Che fu anche elemento di fronda al regime .

Che cosa dobbiamo fare?

Rimuovere totalmente vent’anni di storia italiana?

Ci furono personaggi illustri della scienza, dell’Arte, della cultura. Si pensi a Guglielmo Marconi,a  Filippo Tommaso Marinetti che vissero in buoni rapporti con il regime . Ma certo non possono subire la damnatio memoriae per questo.

Il Duca in questione

Amedeo di Savoia fu un militare di tutto rispetto. Asserragliato sul monte Amba Alagi, oppose una resistenza esemplare.

Di alto valore militare e civile che gli valse l’onore delle armi dei soldati inglesi. Gli inglesi tributarono un grande riconoscimento al reparto nemico sconfitto.

L’Imperatore di Etiopia Hailé Selassiée ebbe parole di elogio per la grande correttezza dimostrata da Amedeo nei suoi confronti .

Un uomo che, sicuramente protetto dal retaggio sabaudo, venne arruolato formalmente come soldato semplice nella grande guerra ancora ragazzo

Gli sono state tributate strade, piazze,  scuole . Anche io ho frequentato un liceo titolato a lui.

Allora dovremmo cancellare il nome di Cavour perché monarchico tutte le piazze d’Italia?

Paradossalmente secondo questo principio, ben pochi Eroi del Risorgimento resterebbero nei libri di scuola.

Che responsabilità aveva?

Amedeo era un militare . Fece il militare. Niente di più e niente di meno.

Non ebbe un ruolo politico durante il fascismo. Anche perché sarebbe stato apertamente incompatibile con la sua appartenenza alla casa reale.

Se si vuole rivolgere qualche accusa a Vittorio Emanuele III, in qualità di monarca, spesso tollerante e poco incisivo con gli abusi del regime questo è più che lecito. Ma come si fa ad incolpare un uomo che non ebbe alcun potere decisionale?

Neppure i suoi nemici sul campo gli contestarono mai un crimine di guerra o una scorrettezza. Aveva un rigore morale ed un senso dell’ onore d’altri tempi.

Un esempio per tutti

Io non osanno gli uomini, non li innalzo
a Divinità. Ma ammetto che ci sono persone da apprezzare, al di là il contesto storico. Amedeo di Savoia duca d’Aosta è uno di questi.

Un esempio per gli italiani, ma anche per le persone di ogni dove. Un uomo attaccato al senso della patria, morto lontano da essa, in prigionia perché combatteva per essa.

Non staremo diventando un regime

Questa cancellazione di tutto ciò che non ci piace. La messa all’indice, ed al pubblico ludibrio di chi dissente. I moderni  roghi di libri, questi abbattimenti di statue, l’intolleranza verso tutto quello che non è conforme al pensiero dominante non sta diventando la peggiore delle dittature?

Ogni regime si è legittimato egemonizzando la cultura e per delegittimando qualunque voce fuori dal coro.

Probabilmente, con la scusa di promuovere la libertà, i diritti e la democrazia, stiamo diventando dei moderni giacobini.

La nostra fattoria degli animali

Non che la cosa mi stupisca.

Nella fattoria degli animali Orwell lo aveva previsto. Un libro profetico quanto 1984. Il buon vecchio porco Napoleon, inizia ad istruire le menti dei giovani cagnolini. Ad egemonizzare il campo culturale.

Quando mandò i suoi mastini  cresciuti a sbranare palla di neve, Il rivoluzionario antagonista ed in buona fede , usò un metodo che probabilmente ha ispirato gli odierni censori.

Lo stesso metodo che mandava gli studenti della gioventù comunista cinese, ad infliggere dolore a tutti quelli considerati reazionari.

Libretto rosso alla mano, randello nell’altra .

La rivoluzione che ispirò il sessantotto . Con la scusa della libertà la negazione di ogni parere dissenziente.

 

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