Pratovecchio di Stia (AR): BDS e figuracce in socialvisione
Soldi dei contribuenti gettati nell’ immondizia, in nome dell’ennesima protesta che ha preso di mira l’israeliana TEVA, azienda leader nella produzione dei farmaci equivalenti.
È successo la sera del 19 agosto, presso la Casa della Salute di Pratovecchio Stia, in provincia di Arezzo
Due sanitarie si sono riprese mentre gettavano nell’immondizia scatole di farmaci TEVA, come atto di ribellione contro la guerra a Gaza. Protesta che, poi, è continuata con l’esposizione di un foglio stampato, sul quale le due annunciavano un “digiuno” contro il genocidio a Gaza.
Il boicottaggio della TEVA lo avevamo già sentito
A giugno scorso, infatti, è stato il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, a prendere provvedimenti drastici contro la multinazionale farmaceutica, impedendone la vendita dei prodotti e delle attrezzature nelle farmacie comunali anche se, in quel caso, i farmaci non sono stati gettati nell’immondizia – almeno, si spera.
Atto che, al contrario, si è consumato presso la Casa della Salute di Pratovecchio Stia, ente su cui, tra l’altro, investe la regione Toscana stessa, previa delibera della Giunta Regionale n. 1235/2012
Sedute alla loro scrivania, le due sanitarie prima hanno scarabocchiato con una penna sulle scatole dei farmaci e poi le hanno platealmente gettate nel cestino della carta straccia. La protesta, poi, è finita sui social, dove ha scatenato un più che comprensibile putiferio.
C’è pochissima lungimiranza dietro a un gesto del genere, con la sua prosopopea di danneggiare la “perfida entità sionista” ma che ha avuto come unico risultato quello di danneggiare le tasche dei contribuenti, siccome quei farmaci erano già stati pagati
Un modo per niente ragionato di aderire al movimento BDS.
È bene sottolineare subito un fatto: la protesta e la libertà di opinione sono sacrosante, fino a quando queste non colpiscono il portafogli delle persone, soprattutto quello dei malati. Un problema già sollevato con il boicottaggio di questi farmaci da parte del comune di Sesto Fiorentino, con i pazienti obbligati ad acquistare altri farmaci equivalenti, senza sapere se andassero bene – i farmaci equivalenti infatti non sono tutti uguali – e con un impatto notevole sulle spese quotidiane, essendo i farmaci TEVA i più competitivi sul mercato.
Alla faccia della democrazia, in una regione orientata a sinistra…
Nella serata del 20 agosto, il colpo di scena. Contrariamente a quanto accaduto per altre palesi manifestazioni di odio antiisraeliano, tra taverniere che hanno cacciato i clienti provenienti dallo stato ebraico dal proprio ristorante e bambini ebrei – nemmeno israeliani – cacciati da un aereo, le due sanitarie sono ricomparse sui social, con un video di scuse.
Contrite, sedute a un tavolo, davanti alla telecamera con in primo piano due scatole di farmaci TEVA
Hanno affermato che i farmaci erano solo campioni – ma questa non costituisce una buona ragione per essere gettati via impunemente.
Hanno affermato che fossero fuori dall’orario di lavoro – ma allora non dovevano essere ancora sul posto di lavoro.
E i fogli che avevano in mano? Si deduce che l’abbiano stampati in ufficio, con fogli e inchiostro pagati da tutti
Insomma, costrette all’abiura in pubblica piazza– anche se è difficile credere che dietro a quelle scuse ci sia un briciolo di sincerità – a fronte di un atto di ribellione in difesa del popolo palestinese, stretto nella morsa di una guerra, alla fine si sono invece guadagnate una colossale figuraccia. E i palestinesi seguitano a non veder migliorare la propria sorte.
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