Porno, guerra del mondo dell’hard a chi vuole imporre la censura

porno

Porno – Mettiamo bende e bavaglio a tutto il mondo? Instauriamo una differenza tra siti gestiti dallo Stato e siti gestiti da privati? Con quelli statali a regole e tasse certe, mentre i privati continuano a fare come gli pare? Dacché, si valuti questo: i siti, non tutti ma parecchi, per ciò che mettono a disposizione, possono essere considerati servizio pubblico? Se sì, quali regole devono seguire? E chi gliele dà? Chi le decide?

Si vuole monitorare il porno online, “abolendo immagini e azioni di sesso esplicito”. Ditemi: cosa è esplicito? Chi lo stabilisce, il ministero della decenza!? È esplicito un pene dentro una vagina? Un pene sì, e due no? E due dentro un c*lo? Seni e capezzoli sono esentati? Due donne e più, insieme, possono esibirsi? Si possono masturbare? Con dita, dildo, o cosa? E lo sperma? Che ne si fa? Si censura? E la saliva? Leccata sì e sputata no?

OnlyFans

Decidere non è facile. Permettiamo tutto, tranne lo scat? E pissing e squirting? Si possono fare finti? È un bel casino. Ora che ci penso, sperma, secrezioni, piscio, sono materia d’arte per qualcuno… e la m*rda di Manzoni!? E poi: una nuova legislazione non deve minare il lavoro autonomo di chi si mette su OnlyFans e simili: in piena pandemia, OnlyFans ha fatto il boom, e non si contano gli accessi di chi, rimasto senza lavoro, trova in OnlyFans fondamentale fonte di reddito. Che deve fare una persona che vuole ad esempio spogliarsi e dai suoi webshow guadagnarci?

Dotarsi di avvocati e scartoffie, e passare al setaccio ogni utente, e ogni volta, ad ogni accesso? E qual è l’età “giusta” della maturità sessuale? 18 anni? E chi lavora col sesso in rete, è un lavoratore autonomo, sì o no? Quando per legge si renderà chiaro? (faccio notare che singole persone che sul web fanno porno e/o sexy show home-made, si registrano e fatturano come impresa).

Pornhub

E gli abbonati a un social di porn-web-star, cosa sono, “clienti”? Per loro, la privacy vale? Il porno vuole cambiare, nel rispetto delle regole, ma vuole questo cambiamento capire, per assumersene decisioni e responsabilità. Come da sempre fa. Politici di ogni partito e Paese, attenzione: il porno professionale, le sue scartoffie, il suo consenso scritto, approvato e firmato, ce l’ha già!

Da anni! Inoltre, sui set, davanti a una telecamera, prima di ogni scena, ha il viso di ogni attore, con accanto un documento di identità ben visibile, immortalati a prova di chi quella persona è (come d’ora in poi farà Pornhub, attraverso un sistema di verifica d’identità digitale). Segue breve intervista filmata pre scena, che ci attesta la “consapevolezza” di ciò che si sta per fare. Finito di pornare, ci sono i video post scena e i selfie post scena, che provano e assicurano che tutti stanno bene, e non si è “fatto male”, e del male, a nessuno.

Barbara Costa per Dagospia

 

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